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Voyeuristi da museo

Si paga il biglietto, come se si dovesse entrare in un vero e proprio peep show, e ci si accomoda tra le grandi sale dell’ex centrale elettrica riprogettata dal duo svizzero Herzog&DeMeuron. Per vedere immagini rubate e seducenti, cronache dei paparazzi nella Roma felliniana, frame selezionati da qualche telecamera a circuito chiuso, fotografie in bianco e nero di prostitute della New York post bellica, interni di hotel passati al setaccio come in un archivio criminale, mappe satellitari di guerra, attrici hollywoodiane sorprese ed indifese all’uscita da un locale, scultoree modelle seminude, ebbene, per vedere tutto questo, basta entrare alla New Tate di Londra.


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31 Agosto 2010

DIGITAL MATERIALITY IN ARCHITECTURE

Il lavoro di Fabio Gramazio e Matthias Kohler è efficacemente illustrato in questo agile testo, in chiara e fluida lingua inglese, specificamente finalizzato a restituire al lettore la chiave di lettura per l’interpretazione di una ricerca che, dalle cattedre dell’EHT, si estende all’intensa attività professionale che i due giovani architetti svolgono con passione nel loro studio di Zurigo “Gramazio & Kohler - Architecture and Urbanism”.


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05 Agosto 2010

Intervista ad Alfonso Femìa - 5+1AA

“Conformismo, prevaricazione formale e distacco dalla realtà sono le caratteristiche dell’architettura contemporanea, insieme al senso di colpa nei confronti della forma e della bellezza. La meraviglia, lo stupore sono gli elementi propri della poetica italiana ed europea. La creazione di meraviglia e stupore da parte dell’architettura non ha niente a che fare con la ricerca del consenso e di spettacolarità del contemporaneo. Più esattamente la creazione di meraviglia è lo strumento per raggiungere la conoscenza del reale. Ecco lo scopo. Ritornare a vedere la realtà. E, per quanto la realtà del territorio, delle città, degli uomini sia difficile e dolorosa, il dovere dell’architettura è di non rinunciare a immaginare un futuro. Migliore. Anche romanticamente. La negazione del reale, l’atteggiamento che da blasè diviene cinico, proprio dell’architettura contemporanea, dev’essere sconfitto. Questa battaglia, etica e culturale, sarà combattuta attraverso un’architettura che sia invenzione specifica, che nasca, con libertà, dal contesto e dalla storia. Il suo linguaggio è libero e contemporaneo. (…).”

Prolusione a 5+1AA di Alfonso Femia, Gianluca Peluffo


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24 Luglio 2010

Un tempio, gli dei, gli eroi

Un tempio in pietra per gli dei di pietra. L’idea di un recinto sacro, elevato a definire una concatenazione di spazi riservati e gerarchici, ispira il nuovo progetto di exhibit design firmato da Manuel Aires Mateus per Pibamarmi al Marmomacc 2010.


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22 Luglio 2010

Verde Verticale

Il contributo in termini di qualità percettiva offerto dalla presenza della vegetazione nel paesaggio naturale e antropizzato è un assioma da sempre riconosciuto nella memoria collettiva dell'umanità.
Il rapporto tra opera costruita ed elemento vegetale come strumento progettuale parte dai mitici giardini pensili di Babilonia, per passare attraverso i pergolati verdi dipinti sulle pareti di ville pompeiane, ai berceau voltati dei giardini europei del XVI e XVIII secolo, all'arte topiaria, fino alle prime utilizzazioni in campo architettonico di strutture metalliche di supporto alla vegetazione rampicante come elemento di caratterizzazione figurativa dell'opera costruita (Hector Horeau). In epoca moderna, Le Corbusier tra "I cinque punti dell'architettura" annovera il verde come materiale di progetto; Frank Lloyd Wright esplora le vie dell'architettura organica; Alvar Aalto dà vita a forme immancabilmente debitrici di suggestioni tratte dal mondo naturale, e così via fino ad oggi, attraverso le diverse  esperienze progettuali di Burle Marx, Lucio Costa e Oscar Niemeyer (colonne vegetali a S. Paolo in Brasile, 1982), Geoffrey Bawa, Emilio Ambasz, Hundertwasser, James Wines (Terrarium e Hialleah Showroom, 1978), Ungers (Melkerei Houses a Landsthul, 1979).


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19 Luglio 2010

Imanuel Kant, la disabilità e il design multisensoriale

Se la mancanza di un senso (p.e. quello della vista) è innata: così il disabile possibilmente coltiva un altro senso, che sostituisca il vicariato di quello, e esercita l’immaginazione produttiva con grande perseveranza: nel modo in cui cerca di comprendere la forma di corpo esterno attraverso il tatto e – dove questo per via della grandezza (p.e. di una casa) non è sufficiente – gli ambienti attraverso un altro senso, come quello dell’udito con l’eco della propria voce in una stanza: alla fine però, se una fortunata operazione riporta l’organo alla sua sensibilità, deve innanzitutto imparare a vedere e sentire, cioè riportare la sua percezione sotto la capacità di questo di tipo di soggetto.1


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15 Luglio 2010

Antonia Campi. Creatività, forma e funzione. Catalogo ragionato

Antonia Campi (Sondrio, 1921), detta Neto come suggerisce affettuosamente l’autrice Anty Pansera, sua profonda conoscitrice sia sotto il profilo umano che professionale, è una straordinaria figura di intellettuale che attraversa da indiscussa protagonista la storia di oltre mezzo secolo del design italiano e internazionale.


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12 Luglio 2010

Convegno AEL in pillole


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07 Luglio 2010
MD Material Design
Post-it
ISSN 2239-6063

edited by
Alfonso Acocella
redazione materialdesign@unife.it