Le lezioni del Laboratorio di Metodologie per la Definizione del Progetto hanno guidato gli studenti allo sviluppo di un progetto per un modello di espositore, da realizzare in carta o cartone recuperati da imballaggi a base cellulosica, per prefigurare la mostra "Paper Design" da allestirsi presso gli spazi di Palazzo Tassoni.
Il Laboratorio di “Metodologie per la definizione di progetto” al primo anno del Corso di Laurea in Design Industriale, ha proposto per l'anno accademico 2010-2011 attività formative pratiche e momenti di riflessione teorica innestate nel tema definito come “Paper Design”.
Tale percorso di conoscenza e indagine si inserisce in un progetto di ricerca e didattica pluriennale che trae origine dalle esperienze maturate nel corso di laurea in Architettura nell'ambito della Cultura tecnologica della progettazione; partendo dallo studio dei materiali utilizzati per la costruzione dell'architettura alla scoperta dei materiali e delle tecniche produttive con cui vengono realizzati oggetti di design ed opere d'arte.
Il Laboratorio propone un percorso didattico indirizzato all’acquisizione da parte degli studenti di conoscenze teoriche e di metodologie operative per l’attività metaprogettuale del design.
Il metodo didattico del Laboratorio è di tipo aperto e dinamico. Viene proposto un programma di base, chiaramente delineato ma - allo stesso tempo - aperto ad accogliere modifiche, variazioni, arricchimenti secondo i risultati in progress e le opportunità nuove che emergeranno lungo le esperienze e le attività di lavoro in aula.
L’attività didattica è articolata in lezioni teoriche - svolte dal gruppo docente e da visiting teachers - e in attività pratiche nei laboratori della facoltà e visite guidate in aziende di produzione.
Elisa Poli intervista Massimiliano Fuksas e Doriana Mandrelli presso Palazzo Tassoni Estense in occasione della Lectio Magistralis svoltasi il 6 giugno 2011.
La visita di Massimiliano Fuksas in una Facoltà di architettura produce un’energia simile a quella che si può captare in uno stadio poche ore prima dell’inizio di un concerto rock. Tre maxi schermi posizionati tra i due saloni di Palazzo Tassoni Estense e l’Aula magna di via Quartieri, studenti in attesa dell’arrivo dell’archistar.
Poi, mentre tutti ormai si erano seduti in religiosa attesa, la notizia che lo avrebbe accompagnato anche la moglie, Doriana Mandrelli, sua inseparabile compagna di vita e lavoro che ha deciso di seguirlo per vedere “questa Facoltà dell’eccellenza” che un po’ disassata rispetto alla direttrice Roma-Bologna-Milano ricorda molto a chi la visita i prestigiosi campus anglosassoni, dislocati in territori limitrofi alle grandi città, in centri culturalmente importanti, come appunto è il caso di Ferrara.
Lo studio Snøhetta è stato fondato ad Oslo nel 1989 da Craig Dykers e Kjetil Thorsen; oggi conta uno staff di oltre cento persone, provenienti da diciassette paesi e distribuite in due sedi, nella capitale norvegese e a New York. L’attività di Snøhetta è basata su di un approccio interdisciplinare e sperimentale, e su di una filosofia democratica che anima interventi articolati e multiscalari, nei settori dell’architettura, del progetto paesaggistico e dell’interior design.
Il pluripremiato Jacob-und-Wilhelm-Grimm-Zentrum, la biblioteca centrale dell’Università di Humboldt, è un classico esempio di architettura moderna in grado di ottenere la massima efficienza energetica. Il ciliegio americano e il noce americano creano l’atmosfera ideale nella più moderna biblioteca tedesca.