«Casalgrande Padana, produttore di ceramiche noto in tutto il mondo, ha chiesto al nostro studio professionale di realizzare un’opera monumentale destinata alla rotonda stradale posta all’ingresso principale dello stabilimento dell’azienda.
Convinti dell’assoluta importanza del nostro committente, abbiamo accolto la sfida pensando di trasformare la piastrella ceramica in un elemento architettonico fondamentale, evitando quindi il convenzionale utilizzo come elemento di rivestimento. Dopo la fase di sviluppo dei dettagli tecnici relativi alla disposizione e collegamento degli elementi ceramici standard dell’azienda, lavorando a stretto contatto con il team di Casalgrande Padana, abbiamo compreso come disporli e organizzarli creando strutture inconsuete.
Ha inaugurato il 28 agosto la XII Mostra Internazionale di Architettura presso la Biennale di Venezia. Per la prima volta diretta da una donna, Kazuyo Sejima, dello studio giapponese SANAA, riportiamo le prime impressioni dopo le assegnazioni dei premi e i commenti della critica.
a cura di Alfonso Acocella e Davide Turrini, Alinea Editrice, 2010
30 settembre 2010, ore 11.30
Forum del Marmo
45° Marmomacc - International Exhibition of Stone Design and Technology
Verona Fiere, Spazio Agorà, Stand 7B. Viale del Lavoro 8, 37135 Verona.
Intervengono Alfonso Acocella, Paolo Di Nardo, Enzo Giganti, Vincenzo Pavan
In coincidenza col cinquantenario di fondazione di Casalgrande Padana sarà inaugurata a breve, nel distretto ceramico di Sassuolo-Casalgrande, la prima opera italiana del maestro giapponese Kengo Kuma. Casalgrande Padana, in una visione d’impegno etico e sociale, donerà alla città un’opera di architettura il cui valore va ben oltre l’opera stessa.
Si paga il biglietto, come se si dovesse entrare in un vero e proprio peep show, e ci si accomoda tra le grandi sale dell’ex centrale elettrica riprogettata dal duo svizzero Herzog&DeMeuron. Per vedere immagini rubate e seducenti, cronache dei paparazzi nella Roma felliniana, frame selezionati da qualche telecamera a circuito chiuso, fotografie in bianco e nero di prostitute della New York post bellica, interni di hotel passati al setaccio come in un archivio criminale, mappe satellitari di guerra, attrici hollywoodiane sorprese ed indifese all’uscita da un locale, scultoree modelle seminude, ebbene, per vedere tutto questo, basta entrare alla New Tate di Londra.
Il lavoro di Fabio Gramazio e Matthias Kohler è efficacemente illustrato in questo agile testo, in chiara e fluida lingua inglese, specificamente finalizzato a restituire al lettore la chiave di lettura per l’interpretazione di una ricerca che, dalle cattedre dell’EHT, si estende all’intensa attività professionale che i due giovani architetti svolgono con passione nel loro studio di Zurigo “Gramazio & Kohler - Architecture and Urbanism”.
“Conformismo, prevaricazione formale e distacco dalla realtà sono le caratteristiche dell’architettura contemporanea, insieme al senso di colpa nei confronti della forma e della bellezza. La meraviglia, lo stupore sono gli elementi propri della poetica italiana ed europea. La creazione di meraviglia e stupore da parte dell’architettura non ha niente a che fare con la ricerca del consenso e di spettacolarità del contemporaneo. Più esattamente la creazione di meraviglia è lo strumento per raggiungere la conoscenza del reale. Ecco lo scopo. Ritornare a vedere la realtà. E, per quanto la realtà del territorio, delle città, degli uomini sia difficile e dolorosa, il dovere dell’architettura è di non rinunciare a immaginare un futuro. Migliore. Anche romanticamente. La negazione del reale, l’atteggiamento che da blasè diviene cinico, proprio dell’architettura contemporanea, dev’essere sconfitto. Questa battaglia, etica e culturale, sarà combattuta attraverso un’architettura che sia invenzione specifica, che nasca, con libertà, dal contesto e dalla storia. Il suo linguaggio è libero e contemporaneo. (…).”
Prolusione a 5+1AA di Alfonso Femia, Gianluca Peluffo
Un tempio in pietra per gli dei di pietra. L’idea di un recinto sacro, elevato a definire una concatenazione di spazi riservati e gerarchici, ispira il nuovo progetto di exhibit design firmato da Manuel Aires Mateus per Pibamarmi al Marmomacc 2010.