LCA1 – Laboratorio di Costruzione dell’Architettura 1. A.A.2012/2013
Università degli Studi di Ferrara Dipartimento di Architettura DA
Il Premio di Architettura “Costruire con sistemi in legno”, aperto agli studenti del II° anno iscritti al corso “Laboratorio di Costruzioni dell’architettura 1” del Dipartimento di Architettura DA di Ferrara, è giunto alla sua XI° edizione, con il titolo “La casa della memoria – ricettività per una ricostruzione sostenibile”. Tale iniziativa si colloca al termine del percorso formativo del corso laboratoriale, che, come esperienza specificatamente applicativa della Tecnologia dell’Architettura, ha come obiettivo la progettazione di un Sistema Costruttivo attinente un edificio nella sua interezza e globalità e nelle sue singole parti costitutive, organizzate ed integrate tra loro.
Finalità del Laboratorio é quella di fare acquisire allo studente la consapevolezza del rapporto che si genera tra caratteristiche delle attività e degli spazi, da un lato, e funzioni degli elementi tecnici, dall'altro, affinché la concezione e la progettazione degli elementi tecnici fondamentali ed i loro assemblaggi avvengano controllando il ruolo che i materiali, i prodotti e i procedimenti costruttivi svolgono nel progetto di architettura in funzione delle esigenze abitative immediate e dell'utilizzo nel tempo dell'edificio. Il Laboratorio offre quindi una reale opportunità per un’attività formativa già proiettata oltre l'Accademia.
L'azione progettuale finalizzata alla costruzione, assieme ad un rapporto stretto ed in continua evoluzione con il territorio e le sue realtà aziendali pubbliche o private, rappresentano due dei principali tratti distintivi della Scuola ferrarese. Per rafforzare questa dinamica connotativa, sono state appositamente inserite nel programma didattico del Laboratorio esperienze particolari: da un lato la collaborazione con istruttori edili qualificati, inizialmente messi a disposizione dalla Scuola Provinciale Edili di Ravenna, che permette di organizzare un modulo di scuola edile, all'interno del quale gli studenti del corso si cimentano nella costruzione di una serie di piccoli manufatti edilizi; dall’altro la partecipazione individuale al concorso di progettazione da parte degli studenti che hanno ottenuto l’attestazione finale di frequenza. Concorso che conclude l’attività del laboratorio e per il quale essi, contestualmente al sostenimento dell’esame curriculare, presentano i loro progetti ad una giuria di professionisti interni ed esterni alla facoltà che valutano i risultati raggiunti premiando sei progetti vincitori e fornendo la segnalazione di altri nove progetti degni di nota. Tale concorso ha il duplice obiettivo di stringere alleanze didattiche e di ricerca, reciprocamente proficue, con il comparto produttivo e di educare il futuro architetto ad una corretta e chiara redazione/comunicazione del progetto di architettura.
Quest’anno lo stimolo progettuale ha tratto origine dai dolorosi eventi sismici che in pochi anni hanno interessato la nostra nazione e che pongono al centro di un dibattito culturale, difficilmente delimitabile per intensità e vastità delle interazioni disciplinari possibili, il rapporto tra memoria e ricostruzione, tra progetto di rinnovamento/ adeguamento tecnologico e conservazione dei valori testimoniali del passato.
L’esercizio progettuale richiesto è quindi proteso ad indagare possibili strategie di gestione del citato rapporto tra nuova edificazione e residualità di costruito secondo tre possibili direzionalità, differenziate tra loro da condizioni climatiche e modelli tipologici di applicazione.
Il tema della rinascita è declinato sia nella sua chiave espressivo/poetica di “resurrezione” del rudere - secondo matrici tecnologiche a prevalenza lignea - ma anche dal punto di vista funzionale grazie all’individuazione di una destinazione d’uso di tipo ricettivo di bassa intensità del tipo Bed & Breakfast. Infatti tale destinazione funzionale – in abbinamento o ad un info-point cittadino o ad una piccola attività commerciale – si ritiene possa configurarsi come uno dei tanti possibili e ragionevoli tentativi di superamento di quell’isolamento, spesso anche sociale, innescato dal verificarsi di fenomeni naturali o accidentali distruttivi su larga scala.
Uso del legno, efficienza energetica e corretto inserimento ambientale sono tre elementi ai quali si deve prestare particolare attenzione nelle applicazioni scelte per la progettazione esecutiva richiesta.
Altri elementi fondamentali della progettazione di tutte le tipologie ricettive sono, da un lato, l’attenzione al dettaglio funzionale dell’arredo, dall’altro la fluidità dei percorsi e delle relazioni funzionali tra uno spazio e l’altro, sia all’interno, sia all’esterno dell’edificio.
Il concorso ha avuto luogo mercoledì 16 gennaio 2013 presso il Dipartimento di Architettura DA di Ferrara, via Quartieri 4, e la giuria (prof. Graziano Trippa, prof. Vittorio Manfron, dello IUAV di Venezia, arch. Paolo Rava, ing. Nicola Leonardi, direttore della rivista The Plan, Giovanni Giorgi, dell’Azienda Giorgi Roberto - Lavorazione legno) ha individuato i 6 studenti vincitori e i 9 segnalati, ai quali verranno consegnati i premi il giorno 12 marzo 2013 presso l’aula magna del Dipartimento in concomitanza con l’inaugurazione della mostra dei progetti premiati.
TEAM DIDATTICO DEL LABORATORIO
Il “Laboratorio di Costruzione dell’Architettura 1 “ è articolato in tre gruppi che lavorano in parallelo:
Laboratorio A
Tecnologia dell’architettura: prof. Pietromaria Davoli
Collaboratori:
arch. Federico Arieti
arch. Vittorino Belpoliti
arch. Marta Calzolari
arch. Valeria Farinelli
arch. Gaspare Inglese
arch. Stefano Manservisi
Statica: prof. Giampaolo Guerzoni
Economia ed estimo civile: prof. Valentina Cosmi
Laboratorio B
Tecnologia dell’architettura: prof. Theo Zaffagnini
Collaboratori:
arch. Michele Manzella
arch. Valentina Modugno
arch. Pietro Piella
m. arch. eng. Thorsten Lang
arch. Alessandro Pracucci
Statica: prof. Francesco Pirani
Economia ed estimo civile: prof. Giorgia Zoboli
Laboratorio C
Tecnologia dell’architettura: prof. Paola Boarin
Collaboratori:
arch. Davide Mantesso
arch. Federico Orsini
Statica: prof. Lanfranco Laghi
Economia ed estimo civile: prof. Riccardo Chiarini
Presentazione dei progetti vincitori e segnalati degli studenti:
Aree geografiche:
Contesto urbano nella pianura padana – Emilia Romagna
memoria: presunto crollo di casa a schiera in cortina edilizia urbana
-20m s.l.m.
zona umida di pianura
Area alpina – Trentino Alto Adige
memoria: resti murari di antico maso
+1.200 m s.l.m.
ambiente alpino dolomitico
Isola di Pantelleria – Sicilia
memoria: antico dammuso parzialmente crollato.
+10 m s.l.m.
in prossimità della costa
STUDENTI VINCITORI
Laboratorio A
Maria Ricci
area geografica: Emilia Romagna
I temi della continuità e del collegamento hanno caratterizzato le scelte progettuali: la Link-House si colloca come elemento di sutura all'interno di un tessuto urbano lacerato, composto da tipologie edilizie a schiera, ed interrotto da un crollo originato da un evento sismico. Il progetto cerca quindi di conciliare la memoria storica delle preesistenze, con la ricostruzione e l'utilizzo delle nuove tecnologie. L'idea dell'edificio come incastro di due volumi, rispettivamente a tre e due livelli, crea un legame e un allineamento visivo con entrambe le preesistenze, e la pavimentazione esterna si pone in continuità con il fronte strada. L'area info-point e l'area reception/colazione si sviluppano al piano terra, mentre nel resto dell'edificio sono distribuite le camere per gli ospiti del B&B. Nel progetto si è scelto l'utilizzo del sistema costruttivo a setti portanti x-lam, che consente il raggiungimento di ottime performance energetiche e, accentuando l'effetto scatolare dell'edificio, garantisce elevate prestazioni statiche nei confronti delle sollecitazioni sismiche.
Aurora Ruggeri
area geografica: Puglia
Progettare ‘la casa della memoria’ significa progettare in simbiosi con la preesistenza: capire come relazionarsi ad essa senza invaderne l’individualità, valorizzarla ma al contempo ideare un’architettura nuova che produca dialogo e contrasto. Per questo ho voluto costruire l’ossatura del Bed and Breakfast partendo dalla morfologia tipologica del Dammuso. In pianta il modulo offerto è stato specchiato. In prospetto, per quanto non sia dimenticata la simmetria, protagonista è un gioco di vuoto-pieno, avanzato-arretrato, che pone in primo piano il Dammuso. Importante è anche il dialogo che si instaura tra l’edificio e il paesaggio circostante: le zone destinate a relax godono di ampie vetrate continue che si affacciano sul mare, così come tutte le camere da letto. Un sistema di percorsi creati dai muri in legno, dal muro semi-crollato del Dammuso e da parapetti di vetro, dà forma a cannocchiali visivi che indirizzano la vista al mare e inoltre ha la funzione di convogliare la brezza marina all’interno dei locali per favorirne la ventilazione naturale.
STUDENTI SEGNALATI
Arigò Karin
area geografica: Emilia Romagna
Il progetto elaborato vuole conciliare i due aspetti fondamentali del tema proposto, ovvero l’armonia con la preesistenza e l’innovazione. L’intento concettuale si concretizza nella volumetria dell’edificio, generata dall’intersezione di due corpi solidi: il primo, visibile dal prospetto frontale, và a riempire il vuoto lasciato dal presupposto crollo di una delle antiche case a schiera, mentre il secondo, visibile dal retro, risulta ruotato rispetto agli assi generatori della griglia delle preesistenze e crea un prospetto inclinato, che rompe l’assetto rigoroso dell’impianto originario. Se sul fronte strada vediamo ripristinata la continuità degli edifici (memoria), il retro rappresenta una sorpresa all’interno della disposizione tradizionale (innovazione). L’attenzione verso l’ecosostenibilità e l’efficienza energetica trova riscontro nell’uso di materiali a basso impatto ambientale (sistemi in legno tipo X-LAM e coibenti di origine naturale) e nell’accurata progettazione dell’involucro edilizio, che garantisce una minima dispersione termica.
Redetti Enrico
area geografica: Trentino Alto Adige
Il progetto, situato in montagna, nasce con la volontà di dare nuova vita al maso in pietra preesistente attraverso la creazione di un nuovo volume unitario che, pur mantenendo l'orientamento e la posizione originari, crei una nuova forma riconoscibile valorizzando allo stesso tempo la parte antica.
Le mura di pietra sono portate all'interno dell'edificio, pur restando visibili dall'esterno (in modo diversificato a seconda dell'affaccio), ed abbracciano l'atrio a doppia altezza del Bed & Breakfast.
Il sistema strutturale si basa sulla tecnologia delle pareti in legno massiccio, assemblate completamente a secco. Il risparmio energetico è garantito, oltre che dalle scelte nella coibentazione, dal trattamento dei fronti, che si chiudono a nord e ad est aprendosi invece a sud e ovest, lati sui quali l'arretramento della frontiera tra interno ed esterno protegge le aperture dall'irraggiamento diretto.
Gloria Smecca
area geografica: Trentino Alto Adige
Il progetto nasce dall’idea di integrare il “nuovo” con il “vecchio” legandoli attraverso un filo conduttore che non alteri il contrasto estetico tra il pieno (la pietra della pre-esistenza) ed il vuoto (la leggerezza delle vetrate). La struttura è stata realizzata con pannelli multistrato x-lam che offrono migliore resistenza sismica grazie alla loro resistenza statica, tempi minori di realizzazione e, dal punto di vista ecologico, consentono la riduzione di emissioni di CO2. L’edificio presenta a nord le piccole aperture degli ingressi, dei sevizi e del vano scala e perciò la facciata si presenta come uno schermo che protegge l’edificio dai venti e dal freddo; mostra invece ampie aperture a sud in modo tale da sfruttare il calore dei raggi solari per il riscaldamento. A tale proposito lo sporto del tetto permette, in inverno, essendo il sole più basso, l’entrata del calore consentendo un guadagno termico gratuito per le camere esposte a sud; mentre in estate lo sporto protegge le camere dal calore dei raggi solari permettendo l’ingresso di aria fresca.
STUDENTI VINCITORI
Laboratorio B
Giovanni Carlo Gentili
area geografica: Trentino Alto Adige
Trattasi della realizzazione di un Bed&Breakfast partendo dal recupero e dalla valorizzazione dei resti di un antico maso situato sulle Dolomiti in Trentino Alto Adige. L’idea progettuale propone un volume semplice ed essenziale, partendo dall’archetipo della casa, che bene si inserisca nell’ambiente naturale circostante. Il sistema strutturale utilizzato, del tipo “platform frame”, può garantire costi e tempi di realizzazione ridotti. Inoltre la compattezza delle forme e l’utilizzo di materiali naturali, quali il sughero e la fibra di legno, consentono isolamento ottimale e minima dispersione del calore. L’ampliamento al piano terreno prevede un paramento esterno in pietra naturale, capace di creare visivamente una continuità materica. Al primo piano, di nuova realizzazione, sia la struttura portante che i tamponamenti esterni ed interni sono in legno: materiale ecocompatibile che si integra perfettamente nel territorio, richiamando la tradizionale realizzazione dei masi alpini. Il rivestimento esterno in scandole di legno, esposto alla luce e all'aria, muterà nel tempo integrandosi all'ambiente. Percorsi essenziali e piantumazioni autoctone, schermano il complesso dai venti freddi.
Alessia Gregorio
area geografica: Trentino Alto Adige
L’idea progettuale si basa sul rapporto tra memoria e ricostruzione. La forma dell’edificio nasce dalla volontà di non discostarsi troppo dalle forme tipiche della tradizione montana, ma allo stesso tempo si è voluto differenziare il nuovo dall’esistente, reinterpretando in chiave moderna la forma del maso. Il nuovo edificio, interamente rivestito in tavole di legno, si relaziona con quello preesistente inserendosi all’interno di esso.
I lati nord e ovest dell’edificio presentano il minor numero possibile di aperture per limitare le dispersioni e esposizione ai venti freddi invernali, mentre invece sono presenti grandi vetrate verso sud, per incentivare la captazione solare e ridurre i consumi energetici, attraverso apporti termici gratuiti. L’involucro ha una forma compatta per minimizzare le dispersioni termiche. E’ stata scelta come struttura portante quella del tipo “a travi e pilastri” in legno lamellare di abete.
STUDENTI SEGNALATI
Laboratorio B
Simone Cardullo
area geografica: Emilia Romagna
L'area di intervento è un tessuto urbano composto da tipi edilizi di case a schiera in cui un crollo selettivo ha lasciato un vuoto nella cortina degli edifici. Il progetto mira a colmare tale vuoto riproponendo le caratteristiche principali del tipo edilizio: lo spazio "comune" sul fronte strada (il portico), la piccola corte che permette una corretta aero-illluminazione di tutti i vani e, in corrispondenza della stessa, il corpo scala disposto perpendicolarmente alla strada di accesso. Tuttavia alcuni elementi, come il fronte stradale inclinato e le grandi aperture centrali delle stanze ai piani superiori, si discostano dalla tradizione, per rilevare i caratteri di innovazione al "tipo edilizio" introdotti. La scelta della tecnologia in pannelli multistrato strutturali di tipo XLAM è risultata la più idonea poiché non vengono adottate luci elevate, la maglia strutturale è regolare a tutti i livelli ed è possibile realizzare senza particolari problematiche le grandi aperture e l'aggetto del portico. La velocità e la facilità del montaggio inoltre sono caratteristiche vantaggiose dato il contesto urbano.
Annalisa Corvini
area geografica: Puglia
L’intervento si pone lo scopo di riqualificare l’architettura caratteristica dell’isola di Pantelleria, il dammuso.
La struttura originaria presenta la mancanza della tipica cupola in conglomerato e parte della facciata rivolta a nord-ovest; il progetto ne delinea una ricostruzione che non si limiti ad una mera imitazione, ma anzi, ponendo in essere nuove direttive, indichi il distacco dal passato.
La ruvida pietra lavica dei muri a secco della preesistenza fa memoria delle radici della tradizione e si colloca in netta antitesi con l’elegante essenzialità dei listelli di legno di larice, aspetto rilevante del nuovo intervento. Il trait d’union tra antico e moderno è caratterizzato dalla forza dell’acciaio e dalla leggera trasparenza del vetro, materiali che sanciscono il connubio tra nuovo e preesistente, dando vita a dei “tagli di vetro” nella struttura, atti a focalizzare molteplici prospettive sullo scenario circostante, dal maestoso albero al centro del giardino, in una rilettura del tipico giardino pantesco, alla suggestiva visuale sull’orizzonte del mare.
Niccolò Dal Farra
area geografica: Trentino Alto Adige
L'idea del progetto è di valorizzare l'edificio attraverso lo stesso contesto naturale nel quale esso è inserito, instaurando un rapporto di continuità tra gli ambienti interni principali e lo spazio esterno. A questa si unisce la volontà di rifarsi ad un archètipo architettonico caratteristico e fortemente consolidato, tenendo in considerazione i fattori climatici ed ambientali nell'ottica di un'architettura sostenibile. L'edificio sarà dunque caratterizzato da volumi molto compatti per contenere la dispersioni termiche, aperture minime sui lati battuti dai venti freddi (in cui sono collocati per lo più ambienti di servizio) e grandi finestrature sui lati maggiormente irradiati dal sole (in corrispondenza dei locali principali) per creare un rapporto di interazione diretta con l'esterno. Dal punto di vista tecnologico, è privilegiato naturalmente l'uso di materiali naturali: pannelli x-lam per la struttura portante, uso di fibra di lino, fibra di legno e lana di roccia per le coibentazioni e doghe in legno di abete naturale per il rivestimento esterno.
STUDENTI VINCITORI
Laboratorio C
Giulia Malesani
area geografica: Trentino Alto Adige
Le pareti del piano terra di un vecchio maso sono state contestualizzate in un paese ai piedi del Gruppo montuoso Odle. Il lotto è in leggera pendenza verso sud con vista sulle montagne. Il nuovo volume su due piani sfrutta tale orientamento favorevole e si sviluppa in lunghezza sull’asse nord-sud, per canalizzare le viste interne sul paesaggio ed incamerare calore negli spazi diurni. Si sono ribaltati i ruoli di impiego dei materiali dell’architettura tradizionale del luogo. Il legno, che costituisce la struttura a platform frame, abbandona il primo piano per rivestire la struttura in pietra. Quest’ultima resta a vista nella zona notte, mentre gli spazi comuni e il piccolo negozio (vendita dei prodotti locali alimentari e degustazione) sono rivestiti in legno anche internamente. Le tonalità del legno esternamente sono state trattate in modo da distinguere i due complessi e da essere in contrasto con gli interni di tonalità più calde, contribuendo inoltre a limitare l’alterazione degli agenti atmosferici. Il corridoio vetrato che unisce i due volumi è luogo di transizione permeabile al paesaggio, mentre la copertura piana è pensata per essere una terrazza panoramica.
Matteo Pavanello
area geografica: Trentino Alto Adige
La decisione di costruire in legno ha condotto alla ricerca di un sistema costruttivo capace di manifestare le peculiarità e caratteristiche di tale materiale e del suo utilizzo strutturale. Questa ricerca ha trovato compimento in una struttura costituita da una griglia di montanti e traversi irrigiditi da un pannello di legno lamellare sul lato esterno dove poggia un isolamento a cappotto in fibra di legno e il rivestimento esterno in listelli di pitch-pine. All’interno dell’edifico avviene quindi la rivelazione della struttura, capace di caratterizzare lo spazio, ordinandolo. All’esterno, dove i volumi semplici richiamano una non-possibile ricostruzione del maso montano tradizionale, il carattere strutturale dell’edificio si rivela solo nel posizionamento e dimensionamento delle aperture, costrette dal passo regolare dei montanti.
STUDENTI SEGNALATI
Laboratorio C
Elena Majorana
area geografica: Trentino Alto Adige
Il progetto nasce come recupero e valorizzazione di un maso di montagna preesistente nel lotto dato. Il volume aggiunto si plasma secondo il profilo della montagna; la copertura infatti si piega fino a raggiungere terra e si trasforma in un lieve pendio; d'estate un'occasione per godersi una passeggiata al sole dopo pranzo, d'inverno l'opportunità sopratutto per i bambini di divertirsi con i propri slittini. La scelta del tetto verde tuttavia non è solo uno sfizio progettuale, ma un preciso intento di protezione dell'edificio dai venti freddi invernali da nord e dalla neve, la terra infatti, insieme ai doppi pannelli di xps, oltre ad aumentarne l'inerzia termica, fa sì che la copertura sia ben isolata. La struttura utilizzata è il Platform Frame: al suo interno pannelli di lana di roccia, esternamente un pannello di fibra di legno e uno strato di fibra di cellulosa che fa anche da intercapedine impiantistica. Tutti i pacchetti di chiusura sono progettati in modo tale da rispettare i valori limite della trasmittanza termica per la zona F e dunque da garantire la massima efficienza energetica.
Maria Giulia Milani
area geografica: Trentino Alto Adige
La conformazione volumetrica dell’edificio nasce dalla necessità di inserirsi correttamente nel contesto alpino: un volume compatto per minimizzare i fabbisogni energetici, che, partendo da quello che è l’architettura tradizionale, decide di non porsi sopra la preesistenza in pietra, ma di preservarla e inserirla in un corpo caratterizzato da una struttura e da un rivestimento in legno. L’edificio, chiuso sui lati nord e ovest per proteggere dai venti freddi, si apre verso est e sud per favorire la captazione solare e quindi migliorare la qualità degli ambienti interni. Per valorizzare la vista sulla valle alpina e mantenere la compattezza degli ambienti interni, il progetto prevede una terrazza panoramica posta sopra il vano distributivo del B&B. La tecnologia x-lam conferisce all’edificio un’ottima resistenza meccanica alle azioni dinamiche, permettendo inoltre una messa in opera veloce e costi ridotti. L’utilizzo di materiali naturali riguarda anche lo strato isolante in fibra di legno che avvolge completamente la scatola strutturale. L’utilizzo di sistemi meccanici per il ricambio d’aria negli alloggi contribuisce al contenimento delle dispersioni termiche dovute ai processi di ventilazione.
Sara Morri
area geografica: Trentino Alto Adige
Il materiale e l’ambiente: queste sono le parole chiave che hanno dato vita alla mia idea della Casa della Memoria. Il progetto prevede il recupero e la valorizzazione di un rudere in pietra appartenente ad un vecchio maso di montagna, situato in Trentino-Alto Adige a 1200 m s.l.m. Dalla presenza delle catene alpine, imponenti e maestose, scaturisce la forma dell’edificio, che ricalca quella delle montagne circostanti. La morfologia del costruito richiama inoltre l’archètipo della casa in legno con la tipica facciata a capanna, reinterpretandolo in chiave contemporanea attraverso il rivestimento in alluminio anodizzato nero. Altro elemento di grande importanza all’interno della fase di progettazione è l’attenzione al funzionamento ambientale e all’efficienza energetica, che generano come immediata conseguenza una forma compatta dell’edificio. L’utilizzo di pannelli fotovoltaici e un sistema di recupero delle acque piovane contribuiscono al risparmio energetico in termini elettrici e idrici. Per le strutture si è scelto di utilizzare il legno, in particolare i pannelli multistrato a fibre incrociate sia per quanto riguarda le strutture in elevazione verticale (pareti esterne ed interne), sia quelle orizzontali (solai e copertura).