Giuseppe Fallacara
Stereototmy. Stone Architecture and New Research,
Paris, Presse des Ponts, 2012, pp. 315.
Il volume “Stereotomy. Stone Architecture and New Research” di Giuseppe Fallacara, è l’esito di ricerche condotte sin dal 2002 dal Dipartimento di Architettura del Politecnico di Bari, diretto dal prof. Claudio D’Amato Guerrieri, fondatore e direttore dell’Istituzione. Dal 1990 con dedizione e tenacia, è ivi svolta attività di ricerca e didattica volta a valorizzare il ritorno del materiale lapideo nell’architettura contemporanea.
Stereotomy è specificatamente la sintesi di dieci anni di ricerca riabilitativa e attualizzante dell’arte del taglio della pietra, la “stereotomia” – di cui l’autore possiede profonda conoscenza – e dei suoi risvolti tecnici-morfologici, collocandosi fermamente entro i canoni classici del processo compositivo e costruttivo.
Parallelamente, una nuova generazione di accademici, localizzati in contesti geografici e accademici diversi e che Giuseppe Fallacara attraverso questo volume è riuscito a riunire, lavorano all’aggiornamento della disciplina dalle origini antiche che è la stereotomia, coniugandola con le avanzate tecniche della digital fabrication. Sono Maurizio Brocato, Brandon Clifford, Matthias Rippmann, Philippe Block, Tom Pawlofsky, Christian R. Pongratz. È anche per quest’ampiezza di visioni che il volume si presenta completamente in lingua inglese, rivolto ad un pubblico ampio e diffuso.
Laboratory of Stereotomy, 2012, Faculty of Architecture of Bari. Prof.
G. Fallacara, supervision by C. D’Amato. Study of building envelope’s tessellation.
Students: I. Caferra, F. Errede, L. Montrone, A. Moretti
Una sottile relazione lega in particolare Francia e Italia nell’uso delle pietre arenarie in architettura; due culture che hanno investigato il potenziale estetico insito in tali litotipi facili da modellare quanto solidi, perfetti per le costruzioni, adattabili in ogni tipo di esperimento strutturale.
Il legame evidente è con il territorio pugliese, dove da tempi immemorabili il paesaggio è stato conformato dall’aggregazione di pietre arenarie, non “preziose” ma funzionali ed eloquenti.
Laboratory of Stereotomy, 2012, Faculty of Architecture of Bari. Prof. G. Fallacara, supervision by C. D’Amato. Student: A. Mangione
Quanto e come quelle invenzioni antiche rintracciabili in tali contesti, possono ispirare l’architettura contemporanea? Ciò può verificarsi attraverso lo studio e la riflessione ma anche attraverso la sperimentazione pratica che le moderne tecnologie consentono. Richard Etlin da’ avvio al volume con un’introduzione storica fondativa per la comprensione dei capitoli seguenti. Ne “Il paradosso di un’architettura acrobatica”, presenta una sintesi poetica alla storia della stereotomia sia dal punto di vista storico che architettonico, definendone con chiarezza i modelli storici paradigmatici, accompagnando il testo con immagini di spazi conformati dalla pietra e non conosciuti ai più.
Design competition for the Sports Hall, Foggia, 2012. Prof. G. Fallacara, supervision by C. D’Amato.
Students: I. Caferra, F. Errede, L. Montrone, A. Moretti, M. Palombella, A. Trisolini.
La sezione centrale del volume, a firma di Fallacara, definisce lo stato dell’arte nella ricerca stereotomia dal 1950 ad oggi, per evidenziarne i molteplici approcci applicati e mostrare, con ausilio di illustrazioni, un potenziale futuro. In queste pagine sono presentati i lavori svolti nelle diverse esperienze contemporanee dei diversi professionisti che si dedicano a ricerche affini. In forma di grandi volte composte da elementi modulari, ampie strutture spaziali, elementi autoportanti, caratterizzati dalle geometrie organiche, ispirate alle astrazioni della natura, come gusci e conchiglie, tali progetti non sono legati agli stilemi del passato architettonico ma sostenuti dal medesimo ragionamento logico-strutturale, recepito dalla stereotomia classica. Rispondono esse tutte alla trilogia più cara all’autore: tecnica, invenzione e costruzione.
G. Fallacara, Plaited Stereotomy, 2008
Segue la sezione “prototipi”, in forma di catalogo, risultato delle esperienze didattiche svolte in forma di laboratori condivisi, tra scuole universitarie e città francesi e italiane, tra il 2003 e il 2011, realizzando al vero prototipi in pietra di scale, archi, gallerie, volte e cupole, forme scultore quali obelischi nonché superfici modellate con macchine a controllo numerico.
Chiude il volume il capitolo di Marco Stigliano, collega anche professionalmente dell’architetto Fallacara, che presenta una visione di ricerche, idee e sperimentazioni di architetture di piccola scala, concepite per mostrare il potenziale dei materiali lapidei anche attraverso il tema della sostenibilità.
Domus Benedictae, Giuseppe Fallacara, Girolamo Fallacara, Marco Stigliano, 2007-2009.
Tutta la ricerca, seppur presentata in lingua “straniera”, tende a rintracciare quello spirito mediterraneo che il maestro Cesare Brandi ha saputo così suggestivamente evocare in “Pellegrino di Puglia”: «ma c’erano i fantasmi, c’erano inaspettatamente, senza sotterfugio: e di giorno e di notte. Fantasmi solidi, sparsi ovunque e inestirpabili, per quanti se ne raduni. Sono le pietre. Le pietre che la terra pugliese ha in sé come fantasmi del proprio passato di una storia ignota e preumana. (…) Dovunque si vada in Puglia, si vedono pietre che si aggregano, si cercano, si compongono, come se invece che pietre fossero calamite. Ma perché sono fantasmi. Sono fantasmi, gli unici veri, che vogliono rivivere nell’epoca del cemento armato, la loro prima vita di una storia agli albori, quando tutto era da inventare, e, per un’invenzione sola, non bastavano i millenni a esaurirla.»*
* Cesare Brandi, Pellegrino di Puglia, Bari, Laterza, 1979.
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