Parlare di tessuto significa aprire un sipario su un mondo a parte, un universo morbido che può affascinare ed anche destabilizzare per vastità e caratteristiche. Il tessuto in primis ci copre, ci protegge dal freddo, dagli sguardi indiscreti e ci connota anche socialmente; se però pensiamo che anche la casa o, addirittura, lo spazio in senso lato vanno “vestiti” possiamo smarrirci tra le trame, la consistenza, i colori. Khalil Gibram diceva: “la casa è il vostro più ampio corpo” ed io aggiungo che, come tale, va rivestita, ammantata, valorizzata anche con il materiale morbido.
Se si parla di tessuti per l’arredamento molti pensano a tende, a cuscini… e non compiono un balzo di immaginazione come invece può loro suggerire un materiale più “facile” quale il legno, o il vetro o il metallo. La capacità creativa si ferma perché non conosce la versatilità dell’elemento tessile.
Con il tessuto si possono trasformare lo spazio e la sua percezione a seconda delle esigenze progettuali; attraverso le trasparenze si possono evocare sensazioni, creare aspettative, immaginare percorsi.
Lo spazio è un contenitore emotivo di grande impatto per chi ne dispone, ma anche per chi lo progetta; ecco allora che i materiali morbidi, apparentemente elementi bidimensionali, riescono a giocare un ruolo fondamentale per la divisione spaziale, la gestione dei percorsi, la schermatura del suono e della luce. Il tessuto, come il colore, è anche memoria e può evocare ricordi e sensazioni, creando atmosfere particolari semplicemente con lo svolgersi di un tendaggio o con la schermatura di tutta una stanza.
È stimolante dialogare con i tessuti e ascoltare il loro sussurro: molti emettono fruscii e compiono danze magiche, basta conoscerne segreti e caratteristiche. Alcuni presentano trame consistenti quasi come armature, altri sembrano sciogliersi tra le mani. Ogni tessuto, sia esso cotone, seta, lana, o fibra mista, ha caratteristiche proprie, che vanno tenute in gran conto, a seconda dell’uso all’interno del progetto. Ogni materiale va rispettato e ascoltato per poterne sfruttare al meglio le caratteristiche, come la capacità di assorbimento o riflessione della luce, la possibilità di schermare uno spazio rispetto a un altro, la capacità di mantenere la temperatura costante.
Il progetto di “vestire uno spazio” è un’estensione della nostra storia, della nostra cultura e delle nostre emozioni; con l’elemento tessile riusciamo a rafforzare e a sottolineare il progetto, grazie ad un processo non rigido ma dinamico, tramite passaggi fluidi e morbidi e sovrapposizioni con funzioni diverse da assolvere.
Le potenzialità della “morbidezza” sono molteplici e affascinanti in quanto danno anche maggiore rilevanza al tatto, senso spesso messo in disparte a beneficio della vista. Toccare e accarezzare un tessuto può evocare ricordi e sensazioni piacevoli e richiamare l’attenzione sullo spazio progettato.
Giovanna Zinghi