Giulio Aristide Sartorio, Studio per il fregio del Parlamento, 1908-13, Velletri, Coll. Vincenzo Pennacchi e Patrizia Sartorio
La mostra Michelangelo e il Novecento rappresenta la celebrazione per la ricorrenza del 450° anno dalla morte dell’artista promossa dalla Fondazione Casa Buonarroti di Firenze e dalla Galleria Civica di Modena; questo evento, aperto al pubblico a Firenze dal 18 giugno e a Modena dal 20 giugno, si concluderà in entrambe le sedi il prossimo mese di ottobre.
L’esposizione fiorentina è strutturata in due sezioni tematiche distinte: una prima parte è dedicata alla rievocazione delle celebrazioni del 1964 e del 1975 che interessarono direttamente Casa Buonarroti e le altre istituzioni italiane; l’altra, di più ampio respiro, propone al visitatore una riflessione sull’importanza delle opere di Michelangelo quale fonte di ispirazione per gli artisti del Novecento.
In ogni sala, caratterizzata dalla presenza di alcuni disegni del Buonarroti, sono proposte opere con evidenti citazioni michelangiolesche. Il repertorio delle sculture, tra cui spiccano i contributi di Matisse, Arturo Martini e Francesco Somaini, e quello dei dipinti con opere di Sartorio, Tano Festa, fino al Rot in Spitzform di Kandinskij, confermano l’interesse dei protagonisti dell’arte moderna e contemporanea nella ricerca di un linguaggio espressivo con ascendenze buonarrotiane esteso anche alla fotografia, alla grafica, all’architettura e al design.
Giuseppe Terragni, Il David di Michelangelo, 1925, Como, Archivio Terragni, Album 1925
L’assunzione delle opere di Michelangelo a modello di studio è evidente in alcuni disegni giovanili di Giuseppe Terragni: nel suo David, egli manifesta interesse per l’icona michelangiolesca estrapolando la narrazione plastica dei volumi e individuando l’essenza della monumentalità, tralasciando volutamente gli eccessi retorici. Questa indagine nella rielaborazione delle opere di Michelangelo è evidente in Luigi Moretti: nel corpus dei disegni per lo studio del ricetto della Biblioteca Laurenziana, datati al 1927, l’architetto interpreta i concetti spaziali del Buonarroti attraverso la selezioni delle componenti essenziali dell’organismo architettonico per delineare il sentimento costruttivo originario, fonte di ispirazione.
In Gio Ponti, invece, è presente una suggestiva riflessione delle icone michelangiolesche per una sperimentazione estesa al design di prodotti riproducibili in serie più o meno limitata. Un esempio interessante è offerto dalla serie di maioliche Richard-Ginori, intitolata Le mie donne, vera rievocazione in chiave moderna di temi compositivi di ascendenza rinascimentale propriamente ispirati alle espressioni figurative michelangiolesche.
Gio Ponti, Ciotola Donatella per Richard-Ginori, 1925-30, Cerro di Laveno, Coll. privata
Tra le opere esposte, i Progetti di sedute e di un tavolo da disegno di Joe Colombo rappresentano un percorso ideativo per la realizzazione di elementi di arredo che viene accostato al disegno del Buonarroti per i plutei della Biblioteca Laurenziana di Firenze: lo studio del corpo umano e i caratteri comuni di un “design” immediato costituiscono le valenze affini tra i due artisti e confermano l’attualità del pensiero michelangiolesco nella pratica progettuale contemporanea.
La varietà delle opere esposte costituisce un importante spunto di ricerca che concorre a delineare l’influenza delle opere di Michelangelo nella cultura visiva del Novecento a conferma del ruolo dell’artista come significativo punto di riferimento nella vita culturale contemporanea.
A differenza di altre personalità del Rinascimento italiano, le opere del Buonarroti conoscono continue e frequenti rivisitazioni tanto da assumere il ruolo di icone; la diffusione dei modelli michelangiolesche per la promozione di beni commercializzabili, nella pubblicità e nella propaganda, rappresenta un fenomeno culturale determinante nell’era del consumismo di massa a conferma del ruolo fondamentale del mito michelangiolesco che a distanza di secoli non accenna a tramontare.
L’esposizione di Casa Buonarroti avrà un ulteriore estensione nella Biblioteca di Scienze Tecnologiche del Dipartimento di Architettura di Firenze: dal 6 al 20 ottobre 2014. Presso la sede storica di via Micheli, sarà realizzato un allestimento dal tema Immagini in movimento. La sezione, curata da Emanuela Ferretti, accoglierà filmati, video, libri e riviste di proprietà dell’Università di Firenze e avrà come finalità lo scopo di sottolineare l’importanza della figura di Michelangelo Buonarroti quale fonte di ispirazione nello sviluppo dell’arte e dell’architettura in Italia tra gli anni Venti e gli anni Settanta del XX secolo. La presenza di contributi significativi, come le opere di Le Corbusier, Venturi, Fasolo, Milani e Vitale, per citarne alcuni, costituirà un ulteriore momento di riflessione sulla fortuna del mito michelangiolesco nel panorama culturale italiano.
Robert Venturi, Vassoio The Campidoglio per Officina Alessi, 1983-85
Il catalogo della mostra, curato da Emanuela Ferretti, Marco Pierini e Pietro Ruschi, rappresenta una preziosa ed esauriente guida dell’esposizione, nonché un contributo storiografico di significativa importanza e originalità. Il testo, in lingua italiana e inglese, si apre con il saggio di Pietro Ruschi che offre una panoramica dettagliata sulle vicende costruttive di Casa Buonarroti, dall’acquisto dell’edificio da parte di Michelangelo nel 1508 agli interventi indetti dalla Soprintendenza nel 1974, con importanti riferimenti sulla costituzione del cospicuo patrimonio artistico oggi conservato. Il contributo di Andrea Felici e Carlo Francini, invece, si concentra sulle celebrazioni organizzate nel 1964 e nel 1975 tra Firenze e Caprese in occasione degli anniversari della morte e della nascita dell’artista.
La sezione del catalogo dal tema Arte, architettura e design si apre con il saggio di Tommaso Mozzati che evidenzia l’ascendente delle opere di Michelangelo sui protagonisti del panorama culturale italiano nei primi decenni del XX secolo. Questa riflessione è ulteriormente ampliata da Marco Pierini che delinea lo sviluppo delle letture interpretative in chiave modernista ispirate dalle opere del Buonarroti con l’analisi della loro diffusione nell’era del consumismo di massa.
Il contributo di Emanuela Ferretti pone l’attenzione sull’influenza di Michelangelo nella storiografia e nell’architettura italiana nei primi decenni del Novecento nelle realtà di Roma, Milano e Torino con uno specifico riferimento ai promotori delle rielaborazioni teoriche ispirate ai concetti rinascimentali.
Tano Festa, Michelangelo according to Tano Festa n. 21, particolare, 1967, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
L’evocazione dei riferimenti michelangioleschi e la loro diffusione nella seconda metà del XX secolo è indagata da Davide Turrini che nel suo saggio propone una lettura esauriente sullo sviluppo delle sperimentazioni di stampo post modernista nell’architettura e nel design in cui prevalgono singoli autori o gruppi di artisti che si relazionano con le opere del Buonarroti. L’intervento conclusivo di Alina Payne rappresenta un’indagine attenta e significativa che concorre a delineare i caratteri salienti del rapporto tra Michelangelo architetto e Palladio, in riferimento soprattutto al Movimento Moderno. Questa ultime due riflessioni, che ripercorrono le dinamiche storiografiche e critiche italiane e straniere, si estendono all’analisi dei contributi di Bruno Zevi e Robert Venturi e sottolineano l’orientamento favorevole a individuare nel Buonarroti un punto nodale essenziale per il superamento dell’ortodossia modernista e lo sviluppo del post-modernismo.
L’ultima sezione del catalogo raccoglie le schede delle opere esposte nella mostra, un approfondimento esauriente in cui i vari autori ripercorrono la storia e le vicende delle realizzazioni artistiche profondamente influenzate dal genio di Michelangelo; la rivisitazione di alcuni disegni del Buonarroti, presenti nell’esposizione, costituisce un valore aggiunto e un elemento fondamentale di nuova valutazione.
di Alessio Caporali
Michelangelo e il Novecento
a cura di Emanuela Ferretti, Marco Pierini e Pietro Ruschi
Firenze, Casa Buonarroti, 18 giugno-20 ottobre 2014
Modena, Galleria Civica, Palazzina dei Giardini, 20 giugno-19 ottobre 2014
Comitato scientifico
Claudia Conforti (Università di Roma Tor Vergata)
Emanuela Ferretti (Università di Firenze)
Carlo Francini (Comune di Firenze)
Elena Lombardi (Fondazione Casa Buonarroti Firenze)
Marcella Marongiu (Fondazione Casa Buonarroti Firenze)
Tommaso Mozzati (Università di Perugia)
Alina Payne (Harvard University)
Marco Pierini (Galleria Civica di Modena)
Pina Ragionieri (Fondazione Casa Buonarroti Firenze)
Pietro Ruschi (Università di Pisa)
Davide Turrini (Università di Ferrara)
Curatori di sezione
Emanuela Ferretti - architettura
Tommaso Mozzati - arte
Pietro Ruschi - restauri e celebrazioni
Davide Turrini - allestimenti e design
Progetto dell’allestimento
Leonardo Stanta
Catalogo
Silvana Editoriale
ISBN 9788836629169