MD Journal e la ricerca accademica sul design Inscritto nella policy di Unife a favore dell’Open Access – e in prosecuzione delle attività promosse, da anni, dal Laboratorio Material Design afferente al Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara – il progetto della rivista scientifica MD Journal intende proporsi come strumento di condivisione della ricerca universitaria del design.
La disciplina del design, indubbiamente, non può essere ascritta né all’interno delle scienze esatte né di quelle sociali, in quanto procede per atti e metodologie, a volte, di natura empirico-interpretativa, altre di natura eminentemente crea- tivo-progettuale; ma tale particolare condizione disciplinare non le impedisce di sviluppare ricerche e avanzamenti del sapere, di produrre conoscenza, di disvelare – soprattutto – scenari inediti all’interno dell’orizzonte vasto della realtà e della società contemporanea, in cui il design stesso evolve il suo statuto dai caratteri sempre più mutanti ed espansivi. Pur nell’impossibilità di declinarne in forma precisa e rigo- rosa il suo significato, è forse di qualche utilità soffermarsi sull’accezione recente assunta dal termine design.
Se nel linguaggio comune e consolidato il design indica, ancora, l’attività creativo-progettuale indirizzata a conferire qualità formali (e funzionali) a oggetti materiali, ben più articolato e slargato è l’orizzonte che ci prospetta l’Icsid (International Council of Societies of Industrial Design) che da cinquant’anni aggiorna la definizione della disciplina 1: «Industrial Design is a strategic problem-solving process that drives innovation, builds business success, and leads to a better quality of life through innovative products, systems, services and experiences».
L’ambito fortemente slargato dello statuto del design richiede una riflessione profonda da parte di chi questa disciplina, in particolare, la indaga, la insegna, la declina nella direzione di una codificazione del sapere evolvendo i rispettivi campi d’interesse e di ricerca, proprio in un momento in cui il successo del design a livello internazionale ci viene restituito dai media in modo superficiale e fortemente riduttivo all’interno di giornali, riviste divulgative (di costume, arte, moda, architettura, di design), nello spazio virtuale di internet e anche in mostre, convegni, talk show, eventi mondani, programmi televisivi.
Un ruolo più rigoroso nel declinare lo statuto contemporaneo del design non che può essere svolto dalla comunità accademica attraverso la promozione e lo sviluppo di ricerche sui vari scenari tematici, agganciandone i più suscettibili di risultati positivi per la società contemporanea.
Tale sforzo riteniamo vada indirizzato, in particolare, verso la produzione di nuova conoscenza precisando che conoscenza è cosa molto diversa da informazione – insieme di dati strutturati, ordinati ma di natura inerte e passiva – in quanto presuppone, per chi la produce e la possiede, una capacità cognitiva di usarla per un agire di natura intellettuale e/o operativo sulla realtà.
Se una potenziale implementazione della conoscenza nel campo del design (con risultati, spesso, d’innovazione) passa attraverso l’apporto della ricerca progettuale, è importante evidenziare la particolare natura di tale accrescimento.
La pratica del progetto sfrutta prevalentemente conoscenze tacite e condizioni di sviluppo che si materializzano nel corso di attività specifiche di produzione di un bene, di un servizio, di una esperienza di vita.
Tale creazione di nuova conoscenza è prodotta attraverso la maestria del progetto che rimane – prevalentemente – immagazzinata, incarnata, in chi la detiene senza poter essere oggettivata, codificata e riutilizzata, se non molto parzialmente. Difficili da esplicitare e comunicare le conoscenze tacite rimangono in dote e a servizio quasi esclusivo di colui che le possiede e, conseguentemente, risultano inadatte allo scambio, alla condivisione e al reimpiego a distanza.
MD Journal appare meno interessato a questo tipo di ricerca progettuale legata alla conoscenza tacita (di natura eminentemente autoriale, individualizzata, incapsulata e difficilmente trasferibile) e intende svolgere un ruolo maggiormente attivo per la crescita e la disseminazione della conoscenza codificabile.
L’accrescimento di tale conoscenza è legato a metodi e processi deliberati e sistematici di ricerca – sia essa di base (pura o orientata) o di tipo applicativo e di sviluppo – svolti attraverso attività intellettuali di produzione, codificazione, condivisione, validazione e disseminazione dei risultati.
I diversi e sinergici supporti comunicativi di MD Journal finalizzati all'integrazione dei formati Elettronici con il formato a stampa
In questo ambito di ricerca è bene evidenziare che attore principale della conoscenza non è più la figura del progettista bensì quella del ricercatore, riguardabile come una sorta di “analista simbolico” della realtà che indaga, produce idee, codifica i risultati, verifica (attraverso il peer reviewing) le nuove acquisizioni confrontandosi con la comunità scientifica di riferimento.
La produzione e riproduzione della conoscenza in questo caso è ottenuta, generalmente, attraverso indagini, sperimentazioni, transazioni, sviluppate individualmente o in team, coinvolgendo i membri della comunità scientifica. Passaggio obbligato è il processo di codificazione (regi- strazione) dei risultati della ricerca che ne consente la loro trasferibilità, validazione ed eventuale riutilizzazione. La codificazione, in particolare, è il processo di conversione che fissa le conoscenze su un supporto, liberandole (“tirandole fuori”) dalle persone fisiche che le hanno prodotte rendendole immagazzinabili, trasferibili, riproducibili, accessibili, ritrovabili anche a distanza (nell’accezione di search), infine riutilizzabili.
All’interno dei processi e della problematica di codificazione (ovvero memorizzazione del sapere a mezzo di format linguistici ben articolati e chiari) s’inscrive la fondazione di MD Journal , quale format comunicativo di natura scientifica rivolto alla comunità accademica del design ai fini della disseminazione di esperienze rigorose di ricerca.
Il progetto editoriale della rivista è reso pubblico e consultabile sulla piattaforma on line di materialdesign.it, composta di tre aree principali: Laboratorio MD, MD Journal, Post-it e Materiopedia.
Nell’area specificatamente dedicata il progetto di MD Journal è pubblicato in forma analitica, declinando l’indirizzo della politica scientifica di natura eminentemente accademica la definizione dell’editorial board (promotore, direzione scientifica, comitato scientifico, comitato editoriale), l’identificazione del pubblico di riferimento, la particolare natura degli articoli di ricerca, le linee guida per la scrittura dei testi, l’esplicitazione delle procedure di revisione degli articoli (double blind peer review), infine la natura “bifronte” della rivista, diffusa sia in formato elettronico che a stampa.
Se le iniziative in Open Access hanno sviluppato e innovato notevolmente le modalità di distribuzione, condivisione e fruizione delle pubblicazioni scientifiche in formato elettronico ad accesso libero e gratuito – ponendosi, spesso, all’avanguardia rispetto agli editori tradizionali – è necessario evidenziare come tale movimento (che anima e ancora fa discutere, al loro interno, le varie comunità accademiche) non esclude necessariamente l’uso delle versioni a stampa della letteratura scientifica.
Stampare e diffondere copie cartacee può iscriversi perfettamente nella filosofia dell’Open Access, in quanto risulta operazione strategica e funzionale nella valorizzazione della letteratura scientifica, rendendola ancor più aperta e attenta alle diverse modalità e preferenze di fruizione-ricezione dei contenuti da parte dei lettori.
MD Journal s’inserisce in questa visione non oppositiva web-carta, puntanto all'integrazione della circolazione dei due di- versi tipi di supporto di registrazione della conoscenza.
Il format editoriale di MD Journal parte dall’idea di un layout flessibile e funzionale rispetto ai diversi dispositivi elettronici di ricezione preservando, allo stesso tempo, l’organizzazione e distribuzione dei contenuti di tipo lineare e sequenziale secondo il modello della tradizione gutemberghiana.
In particolare il layout generativo è stato pensato per essere trasferibile, in buona usabilità e fruibilità di lettura, sugli schermi dei device di nuova generazione e, contestualmente, essere leggibile e sfogliabile sui computer senza perdere la qualità della composizione binata delle “pagine a fronte”; allo stesso tempo il format digitale è anche idoneo e pronto per la stampa al fine di poter far circolare e rendere disponibile MD Journal nella tipologia tradizionale degli artefatti cartacei.
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Nota
1 www.icsid.org, consultato il 01.06.2016