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LEVIA: Human Centered Design.
Progettazione di un dispositivo che favorisca l’interazione tra una ragazza affetta da anoressia nervosa ed i suoi caregiver, migliorando, durante i pasti, la qualità del tempo condiviso

04 Ottobre 2016



Anoressia nervosa, uno tra i più logoranti disturbi mentali, significa in questo caso: “mancanza dell’altro”. Se la patologia potesse idealmente essere descritta attraverso una domanda, questa non potrebbe che essere: “ Non vedi che sto sparendo? Quanto sei disposto a perdermi?

Il filo conduttore che lega essenzialmente i mille disagi che possono scaturire un disturbo alimentare è sicuramente quello della relazione. Lavorare su questa è sembrata infatti la via più stimolante, nella ricerca di una proposta progettuale quanto più concreta e verificabile.

 


Layout riassuntivo del percorso che compie una ragazza anoressica, durante lo sviluppo della psicopatologia del disagio.

 

Il progetto presenta una stoviglia per alimentarsi ed un’applicazione per smartphone collegata, entrambe specificatamente pensate per l’utenza di un “contesto anoressico”.
Il piatto di cui sopra ha dunque come obiettivo quello di ristabilire un clima di serenità tra una ragazza anoressica e la sua famiglia, scegliendo come “momento d’azione” quello dei pasti condivisi. Per questo motivo, il prodotto finale è stato pensato per essere utilizzato da tutti i partecipanti e non solo dall’utente direttamente coinvolto dalla malattia.

Tramite un meccanismo interno basato sul principio della vite, il dispositivo progettato ha la possibilità di modificare la sua capienza, in modo da rendere più semplice ed affrontabile l’approccio ai pasti di una ragazza anoressica. Alzando ed abbassando il fondo del piatto, si riduce l’effetto “cupola di cibo” che agli occhi della ragazza potrebbe generare ansia e indisposizione. “Modificare la percezione del cibo” e “consapevolizzare” sono i due concetti base che conducono l’utente ad affrontare al meglio un percorso riabilitativo nutrizionale.
La forma del piatto ed il suo elemento grafico sono comunicativamente molto attivi: sono stati progettati in modo che ogni stoviglia accogliesse la linea dell’altra, tanto da creare un disegno che possa aiutare il suo utente a comprendere che si tratta di un dispositivo utilizzabile in collettività.

Oltretutto, attraverso l’utilizzo di alcuni sensori, il piatto si collega ad un applicazione per smartphone, che rende disponibili ai suoi utenti, una serie di dati, cosiddetti “stimolanti”, che li invitano, coinvolgono ed indirizzano ad un miglioramento delle proprie abitudini alimentari. Un grande numero di persone infatti, adotta comportamenti scorretti in campo alimentare, sopratutto dal punto di vista temporale. L’utilizzo di questo software dovrebbe aiutare a correggere e regolarizzare questo importante parametro.

 

  • Schizzi preparatori della configurazione formale e connotativa del progetto.
  • La forma finale del dispositivo con il segno grafico che lo caratterizza.
  • Viste, dettagli ed esploso del dispositivo progettato.
  • Pagina “home” dell’applicazione per smartphone.

 

L’anoressia nervosa non è un malattia che si cura autonomamente. Se tutti i partecipanti del contesto fossero disponibili ad un piccolo sforzo migliorativo, sarebbe molto più semplice sbloccare i sintomi della patologia. “Levia” si propone in primo piano di stimolare ed agevolare un lavoro collettivo e partecipativo, al fine di un miglioramento relazionale graduale e ben strutturato.


Tesi di laurea
Levia: progettazione di un dispositivo che favorisca l’interazione tra una ragazza affetta da anoressia nervosa ed i suoi caregiver, migliorando, durante i pasti, la qualità del tempo condiviso
Studente Lorenzo Marchionni - Relatore: Giuseppe Mincolelli - Discussa il giorno 14 Luglio 2016 presso l’Università degli Studi di Ferrara.


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MD Material Design
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ISSN 2239-6063

edited by
Alfonso Acocella
redazione materialdesign@unife.it

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