La Facoltà di Architettura di Ferrara compie nel 2011 vent'anni. Quattro lustri di vita istituzionale intensa lungo i quali si sono succedute, ma anche sovrapposte nel tempo, varie fasi: atto costitutivo e fondazione della Scuola, avvio delle attività formative e di ricerca, creazione di una comunità scientifica, sessioni di tesi con giovani laureati ferraresi che si sono progressivamente inseriti nel tessuto professionale del Paese, affermazione della Facoltà a livello nazionale (otto volte prima, negli ultimi dieci anni, nelle graduatorie di qualità CENSIS), celebrazione culturale del Decennale di fondazione, ampliamento degli spazi con il recupero di Palazzo Tassoni, varo del Corso di laurea in Disegno industriale.
Con il 2011 - e qui siamo all’oggi - la Facoltà giunge al suo ventesimo anno di vita in un momento particolare per l’Università italiana con un progetto di trasformazione generale in atto e una forte riduzione delle risorse economiche statali disponibili per formazione, ricerca, progetti culturali.
La riforma, insidiando le tradizionali componenti fondative e di governance dell’Università italiana, spinge il mondo accademico ad una ridefinizione del proprio ruolo, ad una riscrittura del concetto di autonomia, ad un ripensamento dei modi stessi di intendere formazione, ricerca, produzione e disseminazione di conoscenza.
Tale processo rompe equilibri consolidati, spinge a discutere in via non pregiudiziale, sollecita ad accettare la sfida per superare le ristrettezze e le criticità indotte da una crisi economica più generale, indica l’opportunità di mettere in relazione dialogica e collaborativa l’interno con l’esterno dell’Università. Viene sottolineata la necessità di ricollegare l’Istituzione accademica a contesti, scopi, bisogni della società che si sono venuti modificando ed evolvendo recentemente a fronte di una Università sempre più statica ed autorefenziale.
In questo nuovo quadro all’Università si chiede di offrire il proprio contributo mettendo a fattore comune ricerca, conoscenza, creatività, innovazione quali scenari di potenziale spinta alla crescita e allo sviluppo del Paese.
La presunta inconciliabiltà fra cultura ed economia, fra università pubblica e imprese private - declinata stancamente fino ad oggi da parte di molte componenti del mondo accademico - appare sempre più risibile sul piano teorico ed insostenibile sul piano delle condizioni materiali in cui si trovano ad operare le strutture di formazione e di ricerca finanziate dallo Stato.
Le Università, le Facoltà, i Dipartimenti le singole unità interne di ricerca sono poste di fronte alla necessità di delineare, in tempi brevi, strategie per diversificarsi, specializzarsi, sostenersi economicamente attraverso progetti istituzionali di fund raising legandosi in modo sinergico al mondo dell’economia e delle imprese, a quello delle Istituzioni e dei Centri di servizio.
I poli universitari sono oramai spinti a ridefinirsi per diventare “attrattivi” rispetto all’economia reale e proporsi non più come comparti pubblici di sola spesa ma come asset immateriali di investimento in quanto fattori di sviluppo della conoscenza e dell'innovazione.
Promuovere la ricerca e la cultura come leve competitive dell’economia significa operare una riconversione della visione interna dell’Università - simile a quella compiuta dal settore manifatturiero uscito dalla logica della fabbrica chiusa in se stessa per attrezzarsi rispetto alle logiche dinamiche e fluide dell’economia globalizzata - portandola progressivamente ad aprirsi rispetto al mondo civile e produttivo.
Le Università che sapranno innovare puntando su aggiornati modelli di ricerca e formazione, sulla disseminazione delle acquisizioni culturali e scientifiche, su conoscenze avanzate ed interscambio continuo con il mondo vivo e mutante dell’economia reale riusciranno ad avere un futuro sostenibile contribuendo, allo stesso tempo, a generare sviluppo per il Paese.
Solo se inscritto in questa visione di apertura verso interlocutori e partner esterni l’ipotesi di un evento culturale per celebrare il Ventennale della Facoltà di Architettura di Ferrara può non apparire, ad una prima e subitanea valutazione, “fuori luogo” o quantomeno "velletario" visto il clima di crisi e di sfiducia che aleggia nel Paese e nel mondo universitario in particolare.
Prof. Alfonso Acocella
Responsabile scientifico XfafX
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