L'architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi nella luce; la modanatura è ancora ed esclusivamente il gioco sapiente, corretto e magnifico dei volumi nella luce. ( Le Corbusier )
E’ proprio dalla funzione della luce in quanto rivelatrice del ruolo che gli elementi decorativi svolgono nella composizione di uno spazio architettonico, che inizia la mia personale ricerca, vissuta soggettivamente attraverso uno scatto fotografico, sulla realtà architettonica dell’opera e sul suo processo creativo tra materia, forma e geometria; nello specifico la decorazione monumentale del Ponte Flaminio di Armando Brasini. In un passaggio di tempo vengo coinvolta, attraverso la fruizione emozionale dell’opera architettonica, dall’ espressiva orizzontalità del gioco delle modanature attraverso il variare dei profili sagomati, concavi e convessi, in rapporto alla luce e alla cromia delle superfici di travertino caratterizzate, per natura, dai numerosi vacui. Ciò che si rivela al visibile è il valore essenzialmente plastico-decorativo delle iper-modanature pensate dal Brasini che non hanno affinità con le funzioni compositive basate sulla regola classica ma rimandano, per citazione, all’eclettismo ottocentesco. La personale lettura decorativa sull’opera monumentale, attraverso la fissità dell’immagine che rivela al visibile la sospensione dal tempo, vuole non solo esaltare la materia, i volumi così come le linee e toni ma anche l’aspetto espressivo che abbina la plasticità della forza figurativa all'efficacia della comunicazione e del linguaggio; l’immagine fotografica, che racchiude in sé un intera narrazione, enfatizza l’esuberanza delle lisce modanature della composizione geometrica e degli effetti chiaroscurali del travertino, carica espressiva degli spazi architettonici del novecento romano.
Rita Paesani fotografa