La mostra “CAPPELLINI’S HEROES Esploratori del design tra immaginazione e realtà” a Palazzo Tassoni Estense. (ph. Geminiani)
L’avvio del Mese del design – dall’11 al 30 novembre 2014 –, nato dalla collaborazione tra il Laboratorio di ricerca Material Design del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara e il gruppo dei rinominati brand Cappellini, Cassina e Poltrona Frau, ha visto come primo ospite una figura di spicco nel panorama del design contemporaneo. Giulio Cappellini, imprenditore e designer, si racconta al pubblico presente a Palazzo Tassoni Estense, attraverso un racconto caleidoscopico di incontri, sogni e idee, progetti e realizzazioni.
La narrazione è arricchita dall’entusiasmo e passione propri di chi ha vissuto in prima persona le esperienze, con la fiducia riposta nel concetto di “made in Italy” e soprattutto attraverso la vision del design come scommessa per il futuro.
Il design, per Giulio Cappellini, non può limitarsi ai musei o ai libri di architettura; il progetto di design deve essere utile e avere una funzionalità che vada oltre l’esser un pezzo d’arte da ammirare. Ciò si esplica attraverso le fasi di studio e esecutivizzazione del progetto affinché l’oggetto risponda ai desideri, anche inespressi, degli utilizzatori.
Ci si concentra perciò, nell’analisi, sul ruolo del progettista dal momento che oggi è cambiata la modalità del progettare: negli anni ’80 il progetto poteva dirsi “un segno”, oggi progettare è qualcosa di più complesso, una azione che va seguita passo dopo passo, con ripensamenti e modifiche durante la realizzazione del prototipo, a volte fino a modificare anche in maniera sostanziale l’idea originaria.
Ma allora come oggi, il vero compito del buon progettista è far sognare il consumatore, avvicinarsi alla gente e dare al pubblico ciò che si aspetta.
Questa aspirazione continua ad idee innovative ha portato Giulio Cappellini alla ricerca di artisti provenienti da tutto il mondo.
Cappellini può dirsi imprenditore ma anche talent-scout ,non solo artista ma anche viaggiatore instancabile; sempre aperto ad incontri che contribuissero alla creazione di ciò che definisce come il “progetto globale d’azienda”, sua mission per il brand Cappellini.
Lavorare con autori diversi per cultura, tradizioni e rispettare la loro libertà di pensiero, appare quindi come il filo rosso che lega tutto, che connette questi progetti-oggetti, solo apparentemente molto diversi fra loro.
L’incontro con questi personaggi - gli “heroes” in mostra nella cornice rinascimentale di Palazzo Tassoni Estense - ha contribuito a far maturare la propria idea circa il design, imparando da ogni singolo designer un punto di vista diverso, un approccio differente e cercando di creare con ciascuno, dei “nuovi classici” del design contemporaneo.
Mendini, Morrison, Fronzoni, Dixon, Lissoni, Boroullec, Novembre, Nourget, Wanders, Azambourg, Barber & Osgerby sono solo alcuni dei tanti creativi coinvolti da Cappellini.
Poche linee, tratti chiari, semplici, ben definiti e ordinati (come per Jasper Morrison); ridondanza e forme morbide e gonfiate per altri (Alessandro Mendini), mantenendo come principio cardine il concetto che il design deve servire a molto più che a farsi ammirare.
L’obbiettivo rimane la semplificazione e la sintesi, ma negli spazi per la casa che ha in mente Giulio Cappellini, la creatività porta a testare colorazioni inusitate, talora azzardate, pur confermando la premessa: linearità, concretezza ma allo stesso tempo un tocco morbido e nuovo che balzi agli occhi.
L’azienda deve saper cogliere il meglio del momento per poter creare il “pezzo unico”, la creazione che possa esser tramandata non solo ai posteri ma anche di padre in figlio.
“Il design crea dei best-sellers, il buon design crea dei long-sellers”: ecco dunque l’obiettivo del brand Cappellini: una sorta di “atemporalità” contemporanea ad un utilizzo durevole nel tempo, possibile nel contesto reale e quotidiano.
Non può esistere contemporaneità senza innovazione e l’innovazione non sempre deve essere qualcosa di gridato e visibile, può essere anche insita all’interno dello stesso prodotto, senza che sia visibile ai “non addetti ai lavori”.
Grazie a tutto ciò, grazie alle “clouds”, alle “rainbow chairs”, alle “lotus”, il brand Cappellini è noto in tutto il mondo, con una forte presenza non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi, a Singapore, in India, persino in Australia.
Cappellini sa coniugare arte, si è detto, ad architettura di interni, sviluppando idee innovative e concrete, non obliando certamente l’ambito comunicativo, elemento che al presente può fare la differenza. Varie sono state le strategie comunicative perseguite nel tempo, con l’occhio rivolto sempre al futuro ma con i valori e le idee tipiche del marchio.
Parole e immagini che rappresentano idee, prendono vita grazie ai designer e, in particolare, alle competenze tecnico produttive del sistema d’azienda. Cappellini raggiunge il pubblico quindi con un programma di eventi e istallazioni, facendosi presente ai principali appuntamenti di divulgazione del design a livello internazionale, sempre sotto l’occhio attento, la dedizione e il fervido trasporto di Giulio Cappellini, art director e regista del successo dell’omonimo brand.
Stefania Orlandi