Gli ultimi saloni dell’automobile (Qatar, Los Angeles, Ginevra) hanno rilevato una moltitudine di proposte e approcci per affrontare il futuro del veicolo, con un particolare occhi all’evoluzione “green”, cosa che non stupisce in quanto questa industria viene particolarmente accusata di inquinare l’ambiente.
Le grandi case automobilistiche si fanno la gara per la più convincente e innovativa tecnologia, che si divide tra lavori realizzabili e applicabili anche domani mattina, ai più pionieristici e avveniristici pensato per il 2020 e oltre.
I materiali autopulenti derivano la loro proprietà dal comportamento fotocatalitico che ne caratterizza la superficie. La capacità di aggredire gli inquinanti atmosferici, descritta nel post I trattamenti autopulenti: materiali fotocatalitici e “effetto loto”, 10 Gennaio 2011 è una innovazione che investe sia nuovi materiali che materiali ormai tradizionalmente impiegati in Architettura.
Della materia ci si accorge, nella materia ci si imbatte, prima o poi. Di essa, alla fine, si rimane “schiavi” nell’azione di trasformazione del nostro ambiente di vita assumendola come immagine al positivo del pensiero creativo formalizzante che si articola attraverso idee e visoni di figure, contorni, corpi, spazi.
La forma, come sappiamo, non ha mai una assoluta libertà.
La Facoltà di Architettura di Ferrara, nell’ambito delle attività promosse dall'Uffico di Relazioni esterne e Comunicazione, ha ospitato lo scorso giugno la conferenza di Daniel Libeskind "Counterpoint". In tale occasione il celebre architetto ha rilasciato la seguente intervista.
Davvero un’opera ciclopica quella che il Professor Alfonso Acocella dell’Università di Architettura di Ferrara e Davide Turrini hanno ideato e realizzato - con i contributi di brillanti docenti, ricercatori, architetti e tecnici specialisti nel settore litico - con la pubblicazione di questo intenso volume di notevole spessore scientifico e culturale.
Già da qualche anno seguiamo l’attività di Raffaello Galiotto nel settore del design industriale, ne studiamo le evoluzioni, ci divertiamo nel lasciarci ammaliare dalle sue rinnovate idee per un design di qualità e insieme capace di rispondere alle esigenze del mercato contemporaneo e alla quotidianità dell’utente finale.Incontriamo nuovamente Raffaello in occasione della presentazione della nuova collezione LE PIETRE INCISE CURVE per LITHOS DESIGN per rivolgergli con piacere alcuni quesiti.
Alberto Campo Baeza è una delle figure più raffinate del panorama architettonico contemporaneo internazionale. Il suo è un linguaggio dichiaratamente contro corrente rispetto al trend delle mode attuali, spesso esasperate dalla fascinazione mediatica, dal culto della spettacolarizzazione, dall’innovazione più esteriore che sostanziale.
Refrattario a qualsiasi formalismo o leziosità, Campo Baeza concepisce piuttosto un’architettura rigorosa che veicola nelle forme - compatte, primigenie - il valore fondativo della gravità come espressione dello spazio e in una suggestiva poetica della luce il tema della rivelazione del tempo. Il risultato è una tettonica che, nella sua dimensione a-temporale e spirituale, si pone come baluardo dell’opera d’ingegno umano contro l’irrefrenabile divenire della storia.
Nella rivista Ventiquattro di ottobre si poteva leggere un articolo sul futuro del cibo:
“Per un nuovo snack, per esempio, l’idea iniziale può venire dai dipendenti dell’azienda che intende produrlo (spesso si fanno sondaggi in fabbrica) o anche dal pubblico. Esistono infatti agenzie specializzate che chiedono ai consumatori di cosa avrebbero voglia. (…) Come per un sugo o un wurstel, si parte dall’aspetto del packaging e del contenuto. Si modificano foto e snack già in commercio – l’Image Lab di Kraft, cuore pulsante del suo reparto di R&D, si spinge oltre e “photoshoppa” gli oggetti più vari trasformandoli in dolci digitali – poi se ne sottopongono le immagini al giudizio dei consumatori. Sarà una barretta particolarmente spessa? Da mordere sugli angoli o larga come un solo boccone? Con una striscia colorata in superficie? Per gli snack virtuali che passano questo primo esame studiano i costi di fabbricazione, stoccaggio e distribuzione, e si elaborano ricette con il supporto di psicologi della percezione, sound designer specializzati in cibo, artisti, nutrizionisti, economisti, chimici, pubblicitari e infine cuochi.