STONESCAPE di Kengo Kuma and Associates
Alle origini dell'Opera
Dall'idea sottile e immateriale, concepita e poi tracciata in segni leggeri e fluidi sulla carta dalla mano del maestro giapponese Kengo Kuma, il percorso di progetto si articola in laboriose fasi operative di produzione sino alla materializzazione fisica della forma architettonica.
L’oggetto di carta o cartone è stato storicamente associato a un’idea di merce povera e transitoria; eccezion fatta per i supporti scrittori o pittorici destinati a durare, i materiali a base di fibre cellulosiche hanno pervaso la quotidianità dell’uomo ma quasi sempre nella prospettiva del consumo immediato e, di frequente, in associazione diretta a un’idea di sfruttamento dannoso dell’ambiente e delle materie prime naturali.
Nell’aprile del 2009 Mario Botta scriveva a proposito della nuova collezione presentata da Giuseppe Rivadossi “Dobbiamo essere grati a questa bottega del legno che, contro tutte le tendenze in atto del mercato e della globalizzazione, riesce a creare ed a produrre opere straordinarie per la loro bellezza, cariche di intelligenza artigiana e tali da trasmettere una capacità evocativa che tocca e commuove l’uomo di oggi”
Ho avuto occasione di conoscere per la prima volta i tuoi progetti qualche tempo fa a Milano presso la galleria Luisa delle Piane. Il fascino immediato che hai suscitato su di me è stato per l'uso disinvolto, disinibito del colore, come elemento linguistico del progetto.
Approfondendo poi il tuo percorso, le tue realizzazioni, emerge che non vi è soltanto la policromia ma anche altre costanti quali composizione, modularità, trasformabilità, interazione, duttilità di elementi, flessibilità di spazi. È indubbio: attraverso i tuoi progetti, mantieni "svegli", "attivi", "reattivi" gli utenti.
Pensi dunque che questa sia una delle funzioni "sociali" del design?
Fabio Gramazio & Matthias Kohler sono architetti e programmatori, specializzati nell’applicazione di tecnologie digitali all’architettura. In particolare le loro ricerche, condotte presso il Politecnico Federale di Zurigo dove sono docenti della cattedra di Architettura e Fabbricazione digitale e quindi estese ai progetti del loro studio professionale, si concentrano sulle possibilità di utilizzo del braccio meccanico automatizzato nel campo dell’architettura. Il robot è in grado di assemblare elementi modulari secondo forme progettate e calcolate con strumenti di disegno tridimensionale direttamente connessi alla macchina.
Mostra degli elaborati degli studenti del corso Laboratorio di Tecnologie di prodotto II, A.A. 2011-2012
Corso di laurea in Design del prodotto industraie
Design di prodotto, prof. Raffaello Galiotto
Tecnologie del design, prof. Andrea Morgante
Metodi di ottimizzazione della forma, prof. Enrico Milani
martedì 17 luglio - settembre 2012
Palazzo Tassoni Estense
Via della Ghiara 36, Ferrara
“Sono un architetto che non ha rifiutato l'artisticità: in ogni progetto offro le risposte che sento intuitivamente. L'esercizio faticoso, in questi anni, è stato aprirsi alle istanze altrui, perché la difficoltà del mio approccio, se devo essere un créateur, è pormi umilmente in ascolto. Dare una risposta che, anche se sai già, è una risposta che ha ascoltato. Vivo queste qualità, la capacità di sentire, come una necessità: il design e l'architettura sono due gambe dello stesso corpo che mi consentono di camminare”. Massimo Iosa Ghini
La ricerca “Pietre d’artificio. Materiali per l’architettura tra mimesi e invenzione” si propone di indagare il senso costitutivo e applicativo, nonché la dimensione espressivo-sensoriale, di alcuni materiali “d’ispirazione litica” contestualizzando il tema sia teoricamente che storicamente, lungo un percorso sospeso fra tradizione e contemporaneità, tra artigianato e industria, tra imitazione, riproduzione seriale e personalizzazione del prodotto.