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Design sostenibile per l’evento temporaneo

27 Gennaio 2025

 

Il numero 19 di MD Journal intende indagare come il design, tramite le sue diverse declinazioni, possa favorire e migliorare approcci sostenibili nella realizzazione di eventi e allestimenti temporanei.
In tali contesti l’attenzione si rivolge a progetti che sviluppano soluzioni di prodotto, servizio e comunicazione mirate a ridurre l’impatto ambientale di queste manifestazioni o che presentino ricerche svolte nei diversi ambiti disciplinari su questo argomento e dove, ai fini dell'allestimento, il ruolo del design sia da ritenersi determinante. Con questi specifici contenuti, la call si inserisce tra le iniziative editoriali, nate in questo periodo, che hanno dimostrato una rinnovata attenzione verso le esposizioni temporanee analizzate nei loro contenuti sia a carattere teorico-progettuale che storico-critico.
Gli spazi dove si svolgono gli eventi temporanei sono volumi malleabili, in cui ciascuna superficie svolge unruolo, ben definito e codificato ma fugace e mutevole nel tempo. Tale ruolo, infatti, cambia grazie al progetto e alla finalità: pensiamo ad esempio a scenari di eventi performativi in centri storici nei quali gli edifici – per effetto di installazioni multimediali – restituiscono agli occhi degli abitanti un’immagine e un ruolo diversi e sorprendenti, talvolta anche estranianti oppure ai quartieri ad uso fieristico e alla loro la capacità di trasformarsi, internamente, in maniera camaleontica adattandosi all’oggetto dell’esibire. Si può passare così dal contesto commerciale puro agli ambiti espositivi ibridi, fino a quelli prettamente performativi. In questo gioco di alterazioni percettive tra il contenitore e la funzione, svolge un ruolo cruciale l’interazione tra lo spazio, gli allestimenti e lo spettatore/visitatore, tanto che viene spesso a crearsi una relazione di mutua necessità.
Il settore progettuale dell'allestimento è ritenuto un ambito peculiare nell'Italia del Novecento dove «si assiste infatti ad una intensa e sofisticata messa a punto delle forme, dei meccanismi, e degli apparati del "mostrare"» (Polano, 1997, p. 418). Molti dei grandi maestri italiani del progetto hanno dato contributi di altissimo livello al design per gli ambiti espositivi: Carlo Scarpa, i fratelli Castiglioni, i BBPR, Ignazio Gardella, Franco Albini e Leonardo Savioli hanno firmato progetti dove, indipendentemente dalla natura dell’oggetto esposto (opere d’arte, prodotti commerciali o altro), l’allestimento veniva considerato alla stregua di un lavoro curatoriale, in cui il rapporto e l’equilibrio con lo spazio erano alla base della riuscita del progetto.
Tale approccio ha attratto molta attenzione, anche della letteratura di settore, sia per motivi culturali che per la capacità di rendere immediatamente concreta, accessibile e interattiva un’idea, forse più che in altri ambiti costruttivi, dando quindi ampio spazio a quelle tematiche di progetto a scala ridotta che diverranno peculiari della disciplina del design.
Si è quindi trattato di un ambito dove, anche grazie al carattere provvisorio, si sono sperimentati e verificati materiali, soluzioni compositive e idee e dove sono stati interpretati, con più facilità che in altri contesti, i cambiamenti istituzionali e sociali del paese.
Inoltre, a monte del progetto allestitivo, vi è sempre stata un’idea di comunicazione che, partendo in genere da presupposti didattici o commerciali, viene sviluppata ancora prima del pensiero e della ricerca sui materiali, i percorsi, gli ingombri, l’illuminazione. In questo senso Pietro Origoni, in un articolo pubblicato sul trimestrale Exporre, considerava l’allestimento lo sviluppo tridimensionale della comunicazione (Origoni, 1989).
Anche per l'evento temporaneo che viene declinato nel contesto della sostenibilità può essere riproposta l'interpretazione che lo vede come una sorta di banco di prova per sperimentazioni e verifiche. Proprio laddove vi è una riduzione di durata vi è anche maggiore consumo e produzione di rifiuti. Per il loro decorso programmato e per l’elevato numero di persone coinvolte nel processo di progettazione e allestimento, l’evento temporaneo può essere visto come un laboratorio dove validare soluzioni sostenibili per poi trasferirle in ambiti dove la durata dell’artefatto è prolungata nel tempo.

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MD Material Design
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ISSN 2239-6063

edited by
Alfonso Acocella
redazione materialdesign@unife.it

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