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Delight 2

24 Marzo 2014

 

DELight è l’evento svoltosi presso il Dipartimento di Architettura di Ferrara lo scorso 4 marzo sul tema della luce, che ha raccontato l’evoluzione del progetto e dei suoi linguaggi in relazione al progresso tecnico e scientifico, con particolare riferimento alla tecnologia LED. ll titolo allude scherzosamente ad un immaginario trattato scientifico in lingua latina: la particella de non regge però alcun ablativo, ma compone assieme a light una ulteriore parola inglese (delight: delizia, diletto).
Questo seminario, rivolto a studenti e professionisti provenienti dal mondo del prodotto, dell’architettura e dell’interior mira a raccontare da una pluralità di punti di vista un percorso didattico portato avanti negli ultimi due anni all’interno Dipartimento dal nostro docente Massimo Iosa Ghini. Il tutto col supporto di Philips e iGuzzini che hanno portato competenze e materiali da prendere in visione dal vivo, nell’ottica di un incontro particolarmente formativo e coinvolgente.

Il punto di partenza per poter perseguire una progettazione consapevole e informata è stata una disamina critica dei principali progetti legati alla luce e consacrati dalla storia del design.
Il professor Iosa Ghini stigmatizza l’avanzamento parallelo di tecnologie e linguaggi progettuali sottolineando come i problemi brillantemente risolti da maestri quali Castiglioni, Sapper, Hosoe, Henningsen (etc) e legati principalmente alla tecnologia obsoleta dell’incandescenza siano oggi stati rimpiazzati da una serie completamente diversa di temi coi quali il LED impone di confrontarsi. Un cambio di paradigma che non ha riguardato negli ultimi anni nessuno degli altri ambiti in cui eccelle il design italiano. 

  • Quattro progetti presi in esame come raggiungimento di tappe importanti nell’evoluzione tecnica e stilistica del progetto della luce
  • La lampada da tavolo Leva, disegnata da Massimo Iosa Ghini per Leucos
  • La tecnologia all’interno di una lampada Philips a fosfori remoti
  • Lo spettro cromatico ottenibile con la luce LED
  • Progetti a scala architettonica e urbana curati da Philips. La sorgente luminosa, nascosta alla vista, può produrre cromatismi statici e dinamici controllabili tramite software.
  • Progetti a scala architettonica e urbana curati da Philips. La sorgente luminosa, nascosta alla vista, può produrre cromatismi statici e dinamici controllabili tramite software.


Dopo l’analisi di alcuni progetti contemporanei che sfruttano tecnologie quali il LED ad alta emissione nelle sue diverse possibilità di aggregazione (single chip, multi-chip e strip led) e l’Oled, l’architetto Paola Bertoletti, training officer di Philips, ha illustrato nel dettaglio il funzionamento delle tecnologie medesime evidenziando quali siano le criticità legate a questa nuova progettazione: il controllo dell’irraggiamento che non è più distribuito su una sfera come avveniva per le lampade a incandescenza, l’esigenza di dissipare il calore posteriormente alla sorgente luminosa, le modalità di ottenimento e regolazione della luce bianca tramite una tecnologia nata per produrre solo luce colorata.
Sono state presentate una serie di realizzazioni alla scala dell’interior e dell’architettura che sfruttano i cosiddetti motori LED che Philips produce.

  • L’installazione Hooked Up di Dean Skira realizzata da iGuzzini
  • Gli interni della catena Kiko disegnati da Massimo Iosa Ghini
  • IBM software Executive Briefing Center a Roma progettato da Massimo Iosa Ghini. Il progetto, ispirato al celebre logo di Paul Rand, sviluppa il tema della linearità.


L’altra azienda coinvolta in questo evento, iGuzzini, è invece specializzata nel costruire “telai” e “carrozzerie” intorno a questi motori, così come raccontato da Piergiovanni Ceregioli direttore del centro ricerche. Col suo intervento Ceregioli affronta il tema della luce immateriale e del controllo dei flussi luminosi, mostrando come il lavoro sulle ottiche condotto in azienda abbia portato a un nuovo livello le possibilità di disegnare lo spazio e migliorare le esperienze sensoriali e d’acquisto nel settore retail.
Temi, questi ultimi, presenti anche nei lavori di interior di Iosa Ghini che sono stati raccontati nella seconda parte della mattinata.

  • Progetto Halo a cura degli studenti del laboratorio di LAC Omar Azzalini Dario Bellintani, Lucrezia Donati, Leonardo Gravili
  • Faretto Odynus realizzato dagli studenti Tania Garbo, Nicola Malachin, Enrico Pasi, Gian Luca Silvestrini
  • Il progetto Shoot dello studente Lorenzo Salmi
  • immagine pubblicitaria sviluppate dalle studentesse Belinda Hajdini, Adey Fichera e Carmela Giannella per il loro progetto Discobolo


Percezione dello spazio e fruizione esperienziale della luce sono poi meta-temi legati al mondo della  comunicazione e condivisi con i corsi del professor De Sandre. Nei laboratori di LAC e LCD gli studenti imparano non solo la progettazione ma anche la trasmissione dei contenuti progettuali alle diverse target audience. Nel caso di LAC la progettazione ha riguardato il concept per un faretto tecnico di tipo spotlight e la comunicazione è stata incentrata su una pubblicità cartacea da inserire in una rivista di settore.


Gianluca Gimini



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MD Material Design
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ISSN 2239-6063

edited by
Alfonso Acocella
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