Post-it

Cronaca Giornata della ricerca
Lo stato della ricerca nel Dipartimento di Architettura di Ferrara

18 Maggio 2012

APERTURA DEI LAVORI E SALUTI

Francesco Di Virgilio. La società di oggi vive un momento storico di estrema criticità a scala globale. Nonostante la crisi planetaria, è però nelle situazioni di grande difficoltà che emerge la capacità delle Istituzioni di affrontare la crisi e di “uscirne” nel modo migliore. Oggi più che mai è necessaria l’adozione di nuovi paradigmi culturali e di una nuova coscienza etica relativamente all’uso del territorio.
L’utilizzo del suolo - risorsa non rinnovabile - negli ultimi anni ha conosciuto un impiego al di fuori di qualsiasi ragionevole comprensione. Le Amministrazioni Universitarie possono offrire un rilevante contributo attraverso l’incentivazione delle relazioni tra le strutture di ricerca e quelle produttive, promuovendo una concreta sinergia tra il know - how culturale proveniente dall’Università e le risorse imprenditoriali. A questo proposito è fondamentale la riorganizzazione dipartimentale. Proprio il 1° marzo sono stati diffusi dal Ministero i criteri di valutazione della qualità della ricerca; il 14 marzo si terrà a Roma un convegno alla presenza di tutte le Istituzioni accademiche allo scopo di chiarire le questioni relative alle auto-valutazioni e condividere le riflessioni emerse. È un percorso complesso ma che le Istituzioni sapranno affrontare con adeguata tempra e tenacia.

 

LO STATO DELLA RICERCA NEL DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA

Roberto Di Giulio. L’invito a “fare di necessità virtù” del Prof. Di Virgilio è quanto mai pertinente e utile. Resta tuttavia da capire, a fronte delle recenti indicazioni in merito ai criteri di valutazione sulla qualità della ricerca, se un meccanismo valutativo “automatico” possa fornire una panoramica reale e attendibile dello stato della ricerca. La Giornata della Ricerca di oggi si propone di esplicitare e condividere il quadro delle attività svolte dal Dipartimento di Architettura, fornendo un aggiornamento in relazione a quattro tematiche fondamentali:
- strutture e unità di ricerca
- fund raising
- relazioni internazionali
- didattica e ricerca.

Strutture e unità di ricerca.
Attualmente disponiamo di una struttura di Dipartimento composta da una dozzina di settori disciplinari ai quali afferiscono 40 strutturali ai quali si affianca, nell’attività di ricerca, altrettanti assegnisti e dottorandi. Sono attivi circa 20 tra centri, laboratori e gruppi di ricerca attivi in varie aree e sui quali converge una molteplicità di interessi. La politica del Dipartimento è sempre stata orientata sul lavoro sinergico e trasversale tra i vari ambiti disciplinari, in modo da indirizzare le attività del verso una sempre più vasta fascia di interlocuzioni e di mercato. A questo proposito risultano strategici gli obiettivi di incremento della struttura esistente, di esplorazione di nuovi ambiti di relazione e interfaccia con scenari esterni, di potenziamento degli aspetti di appetibilità della ricerca entro il mondo produttivo, attraverso un’intensa attività di coordinamento tra i settori. A supporto di un quadro conoscitivo dettagliato sono forniti i dati quantitativi ufficiali inerenti la dotazione ordinaria, i contributi didattici, gli assegni di ricerca, i FAR, l’internazionalizzazione.


Fund raising
Il quadro delle convenzioni e dei contratti, dei contributi e delle convenzioni esterne dal 2009 al 2011 evidenzia un trend positivo e di crescita consistente dei finanziamenti esterni; l’entità di tali risorse rispetto ai fondi trasferiti al Dipartimento dall’Ateneo testimonia una politica di fund raising di successo. La strategia futura implica il potenziamento dell’attività e di promozione, diffusione e comunicazione delle attività e risultati conseguiti dalle strutture di ricerca allo scopo di rendere competitivi nel mercato nazionale e internazionale della ricerca i settori e la produzione scientifica del Dipartimento.
 

Relazioni internazionali
Il Dipartimento ha maturato da diversi anni intense relazioni con Istituzioni Universitarie e Centri di Ricerca di tutto il mondo. Oggi ci sono relazioni ormai consolidate, altre ancora in fieri (viene illustrato un quadro sinottico dei paesi a scala mondiale con cui il Dipartimento di Ferrara intesse relazioni, differenziati cromaticamente a seconda della tipologia - più o meno ufficiale - del rapporto in essere). Obiettivo prioritario del Dipartimento è pervenire a una sempre più spinta concretizzazione dei rapporti di scambio nell’attività didattica e di ricerca con i vari paesi a scala internazionale, attraverso la stipula di contratti formali di relazione tra gli Enti.
 

Didattica e ricerca
Il Dipartimento di Architettura di Ferrara ha sempre concepito una visione della ricerca improntata a una effettiva concretezza e a una apertura verso l'esterno dell'Università, a differenza di un approccio più tradizionalista e autoreferenziale. La strategia dei prossimi anni deve rafforzare il ruolo della ricerca nella didattica e il contributo che la didattica può dare alla ricerca. Ambito essenziale per maturare una reale interazione tra didattica e ricerca è costituito dai Laboratori di Sintesi entro cui sono sviluppate le tesi di laurea, per loro natura esperienze a cavallo fra sperimentazione universitaria e mondo produttivo e civile. Di seguito sono proposti a scopo di aggiornamento e confronto i contributi dei vari laboratori attivi nel Dipartimento di Architettura di Ferrara.

 
ARTICOLAZIONE, ATTIVITA' E STRATEGIE DI SVILUPPO DELLE STRUTTURE DI RICERCA



Centro dipartimentale SEALINE
Luca Emanueli. SEALINE è un centro di ricerca, con sede a Cattolica, nato per studiare e formulare proposte sul tema dello sviluppo sostenibile delle coste. È composto da figure molto differenziate - universitari, imprenditori, politici - al fine di attuare ricerche scientifiche e progetti al di fuori delle organizzazioni strutturate e di incentivare il mutuo confronto tra settore pubblico e privato.
Inizialmente sviluppato a seguito di una convenzione con il Comune di Riccione, nel tempo il centro si è impegnato nel promuovere convegni, seminari, workshops in tutta Italia con notevole riverbero sull’attività didattica. Strategica, a fianco dell’attività ordinaria programmata, è l’attività di consulenza per progetti speciali (es. Piano Strategico della costa da realizzarsi nel prossimo futuro su iniziativa della Regione Emilia Romagna).
 



Laboratorio CITER
Romeo Farinella.
Il CITER nasce come laboratorio di ricerca che si occupa di problematiche di progettazione urbana e territoriale, con forti “contaminazioni” da parte di diversi settori disciplinari: dalla sociologia, all’economia, …
I soggetti che “gravitano” attorno al laboratorio sono professori e professionisti. Le attività principali sono ricerche e consulenze per conto terzi (Enti Pubblici, ACER FE…), partecipazione a progetti europei. Il laboratorio è particolarmente attivo nel campo delle relazioni internazionali (consolidati i rapporti con la Francia, la Romania, il Portogallo, …).
Negare la criticità del momento attuale è utopistico. Il laboratorio “soffre” a causa della crisi degli Enti Pubblici, principali committenti di attività di consulenza e ricerca, e dell’accentuazione burocratica in atto. Si pongono alcuni stimoli di discussione:
- valutazione in merito all’effettiva opportunità di “frammentazione” dei laboratori di ricerca del Dipartimento, attualmente a svantaggio dell’ ideazione di centri di ricerca più organici e integrati che si ritiene possano essere più strategici per lo sviluppo multidisciplinare della ricerca;
- valutazione in merito all’opportunità di mantenere un unico Dottorato di Ricerca in Tecnologia dell’Architettura, a svantaggio di un dottorato di “Dipartimento” più flessibile e “aperto” (ad esempio, oggi non è possibile svolgere all’interno del Dipartimento un dottorato in Economia, disciplina strettamente interrelata alle ricerche in materia di politiche urbane di cui si occupa il laboratorio CITER).
Centro Dipartimentale DIAPREM Marcello Balzani. Il Centro Dipartimentale per lo Sviluppo di Procedure Automatiche Integrate per il Restauro dei Monumenti (Development of Integrated Automatic Procedures for Restoration of Monuments) svolge attività di ricerca e servizi per lo sviluppo di procedure automatiche per il Restauro dei Monumenti. Annovera tra i principali ambiti di attività: rilievo architettonico avanzato con tecnologie integrate 3d, diagnostica e colorimetria, gestione banca dati 3d, indagine termografica, modellazione 3d e prototipazione, analisi e progettazione strutturale, laboratorio plastici per la realizzazione di modelli solidi. Il Centro afferisce al TekneHub, uno dei quattro Laboratori del Tecnopolo di Ferrara appartenente alla Piattaforma Tematica Costruzioni della rete alta tecnologia dell’Emilia Romagna.La struttura, che fa riferimento all'Università degli Studi di Ferrara, offre supporto e servizi alle piccole e medie imprese che hanno interesse a incrementare o a sviluppare nuove metodologie, materiali e competenze connesse al patrimonio culturale e intesse relazioni con strutture di ricerca, laboratori, soggetti imprenditoriali in tutta la Regione.
I marchi di comunicazione DIPAPREM e TekneHub sono ormai rinomati a livello non solo nazionale; tuttavia, una politica strategica di promozione dei servizi svolti, anche in relazione alla sempre più pressante richiesta del mercato in termini di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente, si pone come strategica per il potenziamento futuro della struttura. I laboratori TekneHub, oggi dislocati in varie sedi, verranno “raccolti” in un unico edificio - attualmente in fase di progettazione - in via dello Zucchero a Ferrara.



 
Laboratorio AE
Andrea Rinaldi.
Il Centro Ricerche Architettura>Energia, nato nel 2009, ha un carattere fortemente interdisciplinare e si occupa di ricerca, consulenza progettuale, formazione e servizi per Pubbliche Amministrazioni, imprese e privati, relativamente a efficienza energetica, qualità ambientale degli edifici e del territorio antropizzato, sostenibilità. Il Centro opera nell’ambito delle nuove costruzioni e del recupero e riqualificazione degli edifici esistenti anche nei casi di elevato valore testimoniale, alla scala edilizia e urbana. Le attività di ricerca interessano prevalentemente: elaborazione di indirizzi progettuali e linee guida alla scala architettonica e urbana; progettazione di adeguamenti tipo-morfologici e prestazionali per il patrimonio esistente; progettazione e integrazione architettonica di impianti alimentati da FER; pianificazione energetica a livello locale, valutazione analitica e strumentale degli involucri edilizi e del patrimonio storico; valutazioni economiche riguardanti gli investimenti in efficienza energetica.
La formazione e la divulgazione scientifica - afferente la progettazione di edifici ad alta efficienza energetica, la definizione di politiche per l’efficienza energetica e la qualità ambientale, l’ aggiornamento sulle normative tecniche, la certificazione energetica e le FER – si svolge attraverso corsi, seminari di approfondimento, pubblicazione testi, articoli, curatele.
Intensa è l’attività di relazione internazionale (Programma British Council). L’attività di fund raising si basa principalmente sulla formazione, sulla consulenza alle Pubbliche Amministrazioni, sulla partecipazione a progetti europei.




 
Laboratorio ARCDES
Alessandro Massarente.
I principali ambiti di attività del laboratorio di ricerca sono la valorizzazione delle aree urbane, la valutazione paesaggistica di reti, opere e nodi infrastrutturali, il restauro e la riqualificazione del patrimonio architettonico. Il laboratorio ha come obiettivo principale sviluppare attività integrative alla didattica tramite l’organizzazione di conferenze e seminari, promuovere studi nel campo della progettazione architettonica e redigere ricerche e consulenze per conto terzi.
Nutrita è la rete di rapporti internazionali – avviati originariamente da Gianluca Frediani – a scala europea. Le strategie di sviluppo futuro implicano il potenziamento della struttura per garantire una sua sempre maggiore competitività nell’espletamento delle attività principali (consulenze per Enti Pubblici e Società a partecipazione pubblica), relativamente a: definizione di tecniche e metodi di sviluppo del programma, sviluppo di tecniche di analisi e valutazione tramite studi di fattibilità, elaborazione di modelli di progettazione architettonica integrata nell’ambito di interventi complessi.


 

Laboratorio LABORA
Rita Fabbri (in sostituzione di Riccardo Dalla Negra). Il laboratorio, composto da strutturati e collaboratori (assegnisti, dottori di ricerca, dottorandi,…) si occupa di attività di ricerca sull’edilizia storica di base, a scala urbana e architettonica indirizzata al restauro e alla conservazione del patrimonio architettonico storico e del Novecento. Di recente, nell’ambito della valorizzazione e tutela del Patrimonio Culturale, il laboratorio ha intrapreso l’attività di ricerca sul restauro delle imbarcazioni storiche.
Intensa è l’attività di formazione in Istituti Tecnici Superiori, presso la Scuola Edile e per conto di UTEF. Le relazioni internazionali riguardano la partecipazioni a programmi internazionali (EUChic; FACH; CUIA, come capogruppo) e i contatti maturati a seguito di relazioni stabilite nell’ambito del “Premio Internazionale DOMUS restauro e conservazione” (Università di Saragozza, Ministero della Cultura dell’Austria).
Nell’ambito delle strategie di sviluppo e fund raising il laboratorio si propone di ampliare i contratti di ricerca conto terzi e i progetti di trasferimento tecnologico attraverso il rapporto Labo.R.A./TekneHub; di partecipare a bandi di gara e concorsi in collaborazione con Consorzio Ferrara Ricerche; di potenziare le relazioni internazionali e porre attenzione alle iniziative di finanziamento europeo correlate al programma quadro Horizon 2020.



 
Laboratorio LAG
Michele Bottarelli.
Il laboratorio, nato nel 2009 come unità sperimentale di “scopo”, opera sul tema della geotermia a bassa entalpia trattando in particolare aspetti termofisici, economico-finanziari e di industrializzazione. All’approccio sperimentale affianca quello numerico. Tra i progetti in corso, si ricordano HGHE (Horizontal Ground Heat Exchanger, tests sperimentali in campo del comportamento di uno scambiatore orizzontale a piastre, LARETER Spa, 2011-2012), FP ( Flat Panel, studio su modello fisico del comportamento di uno scambiatore innovativo, LARETER Spa, 2012-2013), Phase change materials coupled with ground heat exchangers (Iniziative di Internazionalizzazione di Ateneo 2011), Coupling phase change materials with horizontal ground heat exchangers(FAR 2011).
Le attività di partnerariato afferiscono i contatti con le Università di Malta, Notthingam, Bulgaria e Monaco. I fondi di ricerca complessivi ammontano a 90% per convenzioni di ricerca, 5% per FAR e 5% per altri fondi di Ateneo.



 
 
Laboratorio LEM
Silvia Brunoro. Il laboratorio si occupa di manutenzione e gestione edilizia ed ambientale risultando attivo nei seguenti ambiti di operatività:
- ricerca di base (coordinamento e sviluppo di progetti di ricerca nazionali per Enti Pubblici e Privati; partecipazione a progetti di ricerca internazionali; partecipazione in ambito europeo a strutture di promozione e coordinamento di programmi di ricerca internazionali);
- ricerca applicata e sperimentazione (studi di fattibilità per l’ideazione di proposte di intervento, la riqualificazione e lo sviluppo di patrimoni immobiliari pubblici e privati; stesura di rilievi complessi; rilevamento e analisi delle condizioni di patrimoni immobiliari finalizzati alla formulazione di programmi di manutenzione);
- sviluppo di sistemi informativi di gestione (progettazione e realizzazione di sistemi informativi di gestione a scale edilizia e ambientale; stesura di programmi complessi di gestione della manutenzione, anche per grandi patrimoni immobiliari o edifici complessi; stesura di programmi per il censimento della consistenza qualitativa e funzionale di proprietà immobiliari).
Tra le ricerche in corso, si ricordano il progetto nazionale PRIN 2008 (riqualificazione, rigenerazione e valorizzazione degli insediamenti di edilizia sociale ad alta intensità abitativa realizzati nella periferie urbane nella seconda metà del Novecento) e i progetti europei COST TU0701 (riqualificazione e rivitalizzazione del patrimonio edilizio delle periferie urbane sorte nel secondo dopoguerra) ed EU-CHIC (EUropean Cultural Heritage Identity Card).

 

Laboratorio MD Material Design
Davide Turrini. Il laboratorio, nato nel 2007, organizzato in forma di network transdisciplinare si occupa di innovazione e di ricerca nel campo del design driven allo scopo di individuare nuovi ambiti esplorativi e significati nel rapporto tra conoscenza, progetto e prodotto nell'era della globalizzazione e della "smaterializzazione".
Profondamente attivo nel campo delle relazioni pubbliche con l’esterno attraverso lo sviluppo di contatti con le più note realtà imprenditoriali e di ricerca a livello internazionale, il laboratorio svolge un’intensa attività di disseminazione dei risultati dei progetti culturali attraverso canali comunicativi sia tradizionali (collane editoriali a stampa: Material Design, Lithos, …) che innovativi e digitalizzati (www.materialdesign.it, md press digitale, newsletter md,…) ideati ed autogestiti dal laboratorio md stesso.
Intensa è anche l’attività di fund raising che ha dato luogo, nel recente passato e nel presente, a prestigiose iniziative culturali (quali le Celebrazioni del Decennale e del Ventennale della fondazione della Facoltà di Architettura di Ferrara: Xfaf, XfafX) e strategiche sinergie tra ricerca, mondo produttivo e protagonisti del design discourse: Kengo Kuma, Alberto Campo Baeza, Manuel Aires Mateus, Claudio Silvestrin,....



 
Laboratorio SADLAB
Vincenzo Mallardo. Il laboratorio si occupa di progettazione e analisi strutturale con particolare riferimento al comportamento meccanico delle strutture storiche e all’identificazione/ottimizzazione strutturale con materiali e metodi innovativi.
Di più difficile interfaccia con il mondo della didattica dei primi due anni del corso di laurea, il laboratorio si orienta verso una maggiore autonomia di ricerca, che trova esplicitazione in un’attiva serie di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e convegni, nonché nella partecipazione a progetti di ricerca internazionali finanziati; tra questi ultimi si citano “IMProve multiple Risk Evaluation and Structural Safety in the historical part of Valparaiso Chile (IMPRESS)” coordinato dall’ENEA e finanziato dall’Inter-American Development Bank (IADB), “Survey, Assessment Study and Conservation plan for the Church of the Nativity in Bethlehem” coordinato dal SadLab stesso e finanziato dall’Autorità Nazionale Palestinese. Il laboratorio ha inoltre numerosi scambi culturali con centri di ricerca universitari esteri (Imperial College London, Queen Mary College London, Czech Technical University Prague, Graz University of Technology, Wessex Institute of Technology Southampton, ecc.), supportati da periodi di permanenza presso la struttura estera.





Unità di ricerca CITTA’ e PATRIMONIO
Daniele Pini. L’unità si occupa di partecipazione a programmi di ricerca e assistenza tecnica di organismi internazionali nel campo della salvaguardia dei “valori patrimoniali” e della riqualificazione urbana della città storica. Coordina attivamente Masters, Dottorati, workshops, mostre e iniziative di sensibilizzazione sui temi oggetto di ricerca.
Di recente ha partecipato ai programmi EUROMED IV (UE), progetto “Mutual Heritage: from historical integration to contemporary active participation” (2009 – 2012); “Cities”, UNESCO, Centro del Patrimonio Mondiale, Parigi (2007 - 2010);”Urban Regeneration of Historic Cairo”, UNESCO, Centro del Patrimonio Mondiale, Parigi (dal 2009). Attualmente in corso sono le partecipazioni ai programmi di PHD internazionale su “Islamic Civilisation: History, Urban Heritage, Management” e al bando UE “Lifelong Learning Programme - Leonardo da Vinci” con un progetto su “European Standards for Vocational Training in Urban Regeneration”. Ha all’attivo rapporti internazionali con prestigiosi Enti di Ricerca in tutto il mondo.

 


 
Unità di ricerca INCLUSIVE DESIGN SUSTAINABLE DESIGN
Giuseppe Mincolelli. L’unità di ricerca svolge la sua attività nel campo del design di prodotto in chiave fortemente industrializzata, con particolare attenzione alle tematiche correlate a:
- sustainable design (ricerca sul design di prodotto per un uso sostenibile delle risorse e una gestione responsabile dell’impatto sull’ambiente)
- inclusive design (ricerca sul design di prodotto per l’accesso a beni e servizi da parte di una base di utenza più ampia possibile).
Nell’ambito di tali ambiti disciplinari di ricerca il gruppo ha attivato contatti e convenzioni con soggetti esterni: Ducati energia spa per l’attivazione di un laboratorio di preparazione alle tesi sul tema del design di “Prodotti per il risparmio energetico”; Onlus “Parent Project” per il co-finanziamento di due borse di studio di dottorato nell’ambito del “Duchenne Parent project”, per garantire una maggiorequalità della vita a categorie di utenza sfavorite.

 

Unità di ricerca RICERCHE URBANE
Gastone Ave (Luca Fondacci). Il Centro Ricerche Urbane è una unità di ricerca del Dipartimento che ha per oggetto le ricerche in materia di pianificazione strategica urbana, marketing territoriale, analisi urbanistica. Questa unità è stata una delle componenti da cui è nato il CRUTA, istituito nel 2008 come centro interdipartimentale di ricerche urbane territoriali e ambientali, che era appunto sorto come CRU nel 1996 presso la Facoltà di Architettura di Ferrara per promuovere un approccio multidisciplinare ed integrato alle ricerche e agli studi applicati nei campi della città, del territorio e dell’ambiente, con particolare attenzione ai temi dello sviluppo economico locale e regionale, della sostenibilità e della conservazione e valorizzazione dei patrimoni culturali, architettonici e naturalistici. Tra le principali attività svolte dal CRUTA, all’interno del Dipartimento vi sono alcune ricerche per la promozione e la diffusione della cultura della riqualificazione urbana, sviluppate con la Regione Emilia-Romagna, dal 1998 al 2005; lo studio di fattibilità per la rivitalizzazione del Centro Storico di Montevideo, su incarico dell’Istituto Italo Latinoamericano del Ministero degli Affari Esteri. La ricerca, svolta nel Dipartimento tramite il CFR, per Confcooperative, sede regionale in Emilia-Romagna sul settore abitativo con particolare riferimento alle tematiche del social housing. A inizio 2012 l’unità di ricerca ha risposto, a nome di UNIFE, a un bando per una ricerca sul tema delle “Isole di calore” nelle città, lanciato dalla Regione Veneto, del quale non si conoscono ancora gli esisti. La presente unità di ricerca partecipa ad altre attività di ricerca svolte dal CRUTA al di fuori di questo Dipartimento, che non vengono qui menzionate.

 

Unità di ricerca Sì - SOSTENBILITA’ e INNOVAZIONE
Michela Toni. Il gruppo di ricerca focalizza la sua attività sul rapporto tra risorse e qualità ambientale.
L’obiettivo dell’attività di lavoro è sperimentare strategie di impiego di materiali naturali disponibili localmente - vegetali, pietre, legno, terra, organizzati anche mediante modelli di funzionamento di concezione innovativa - per la progettazione e la riqualificazione ambientale a diverse scale, con il minimo impatto sull’ambiente e sull’erosione delle risorse. Sono oggetto di ricerca: soluzioni tecnologiche per la realizzazione di manufatti; studio e valutazione delle prestazioni; interventi di consolidamento e/o recupero a scala edilizia e territoriale; tecniche di ingegneria naturalistica; soluzioni naturali per depurazione delle acque. Con il Progetto Formativo Certificatore energetico in edilizia il gruppo ha ottenuto la valorizzazione professionale delle competenze sulla sostenibilità acquisite nell’ambito delle attività didattica e di ricerca grazie all’attribuzione di crediti per “Certificatore energetico in edilizia” a giovani laureati di UNIFE. In continuità con le fasi di ricerca sviluppate, attualmente il gruppo si sta occupando della progettazione di una struttura sostenibile destinata alla fruibilità turistica a Impatto Zero in una riserva naturale della Provincia di Pisa; è inoltre impegnato nella preparazione di una mostra presso il Comune di Goro riguardante proposte di progettazione eco-sostenibile per il territorio.
Componenti dell'Unità: Michela Toni, Domenico Capuani, Guido Iacono, Luigi Dal Cin.

 

DOTTORATO DI RICERCA
Theo Zaffagnini. Il Dottorato di Ricerca di Facoltà, con indirizzo Tecnologia dell’Architettura, prevede ad oggi gli indirizzi:
- innovazione di prodotto: materiali, componenti e tecnologie innovative per l’architettura e il disegno industriale
- innovazione di processo: modelli di industrializzazione del processo costruttivo
- tecnologie innovative per i progetti di riqualificazione edilizia
- metodologie della progettazione architettonica in rapporto alla costruzione
- materiali e tecniche costruttive tradizionali ed innovative con finalità conservative.
Il corso aderisce all’Osservatorio Nazionale dei Corsi di Dottorato di Ricerca afferenti al settore scientifico disciplinare della Tecnologia dell’Architettura nato nel 1999 ed alla rete interateneo OSDOTTA. In occasione degli appuntamenti annuali di incontro OSDOTTA a livello nazionale fra docenti e dottorandi, Ferrara da anni primeggia per numero di presenti ed esiti pubblicati, a favore di una diffusa visibilità e condivisione dello stato della ricerca. Grazie alla convenzione tra OSDOTTA e la Società Italiana di Tecnologia dell’Architettura (SITDA) sono stati avviati contatti operativi all’interno di parchi scientifici - tecnologici.
Nonostante le incertezze che adombrano l’immediato futuro a seguito della riforma universitaria Gelmini in termini di governance, organizzazione e tipologia dei finanziamenti, si profila come certa la prospettiva sempre più diffusa dell’autofinanziamento dei corsi di dpttorato e come strategici gli obiettivi di incremento dei rapporti internazionali, le co-tutele delle tesi e le attività di spin-off (da instaurare o incrementare).

 

STRATEGIE E STRUMENTI DI COMUNICAZIONE, DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE DEI RISULTATI E DEI PRODOTTI DELLA RICERCA

 
Comunicazione
Alfonso Acocella. L’Università italiana sta sensibilmente mutando il suo profilo: dal modello tradizionale, di matrice ottocentesca, che promuoveva una concezione elitaria di ricerca e didattica, negli ultimi cinquanta anni si è osservato l’emergere di nuovi fattori strutturali (diffusione dell’ Università di massa, moltiplicazione dei luoghi della conoscenza, globalizzazione, sviluppo della Rete e introduzione di nuovi modi di produzione e trasmissione del sapere).
La riforma Gelmini ha inoltre introdotto sostanziali trasformazioni all’assetto dell’Università, definendo rinnovati organismi di governance nell’ambito delle strutture di ricerca e formazione. Si sta delineando sempre più chiaramente il modello inedito di una Università più “imprenditrice” in cui i vari Atenei sono posti in competizione reciproca e sono chiamati ad affrontare con sempre crescente attenzione questioni di graduatorie, indicatori, comparazioni statistiche, valutazioni, ranking, fund raising,…
A fronte del mutato quadro di riferimento, sono contestualmente evidenti il calo di risorse stanziate per l’istruzione pubblica, il difficoltoso turn-over dei docenti, la sempre crescente tensione verso il reperimento di risorse esterne. Il mutato contesto economico, politico, istituzionale di questi tempi impone dunque all’Università di rinnovare l’assetto istituzionale delle attività di ricerca, dei programmi formativi, della diffusione del sapere.
A questo proposito la comunicazione istituzionale, potenziata ed innovata, rappresenta uno strumento indispensabile e strategico per la valorizzazione dell’Università del futuro. La comunicazione istituzionale ha come obiettivo la diffusione di flussi di informazione e di relazioni tra l’Ente e il pubblico con cui si relaziona, in modo da potenziare la sua immagine pubblica e la sua reputazione sociale. Al centro della comunicazione istituzionale si pone la trasmissione del concetto di “identità” fondato sui valori - propri di ogni ente - della storia, dell’ unicità, del patrimonio, delle risorse umane, delle finalità perseguite. Il valore e la forza della comunicazione istituzionale rappresentano importanti risorse per il potenziamento delle strutture universitarie, la loro competitività a livello globale e conseguentemente l’attrazione di risorse finanziarie.
L’Università oggi deve strategicamente individuare una formula comunicativa dinamica e vivace, al passo con i tempi e in coerenza con i continui cambiamenti della società civile e produttiva. L’era digitale impone l’adozione di modelli sempre più velocemente accessibili, condivisibili, moltiplicabili, attraverso una “rete” di canali e format differenziati e integrati tra loro. Per quanto l’elemento persuasivo sia sempre e comunque implicito, la comunicazione istituzionale deve sforzarsi anche di essere interattiva e dialogica, oltre che etica e responsabile, attraverso la tessitura di contatti e relazioni con la società e le altre istituzione, contribuendo in modo attivo e propositivo al pubblico interesse.

La comunicazione istituzionale si attua attraverso cinque fasi sinergiche e integrate tra loro:
- ricerca dei caratteri fondativi dell’Istituzione e sua missione;
- studio dei pubblici di riferimento e creazione di un’identità visiva;
- programmazione di una strategia in funzione degli obiettivi prioritari, dei media selezionati, di un timing definito;
- esecuzione del programma comunicativo;
- valutazione dei risultati ottenuti.

La creazione di un’identità visiva, chiara, coerente, efficacemente riconoscibile, è obiettivo essenziale di qualsiasi piano comunicativo. La Facoltà di Architettura di Ferrara, attraverso la struttura di lavoro “Relazioni esterne e comunicazioni FAF” diretta da Alfonso Acocella, da tempo impegnata nel graphic design, nelle pubbliche relazioni, nell’organizzazione delle celebrazioni del Ventennale della fondazione della Facoltà, si sta muovendo sempre di più verso l’approfondimento della comunicazione come disciplina scientifica, facendola divenire orizzonte di esplorazione e sperimentazione innovativa per una più matura competitività dell’Istituzione accademica a scala internazionale.

 
 
Valutazione
Vincenzo Mallardo, Michele Bottarelli.
Oggi le Università italiane, gli istituti di ricerca e in genere i vari enti operatori nel campo culturale devono adottare procedure di auto - valutazione, disposte dal Ministero, finalizzate alla oggettiva “quantificazione” dell’utilità del lavoro scientifico svolto. Il giudizio si fonda su un mix valutativo strutturato in base all’analisi citazionale e al peer-review. I criteri di valutazione riguardano l’originalità, l’internazionalizzazione. L’ANVUR valida e pubblica i dati sulla base delle informazioni riportate da CINECA. I parametri di valutazione per esempio per la pubblicazione di un articolo su una rivista contemplano: l’impact factor (numero di citazioni), il ranking (posizione in graduatoria di una rivista, in funzione dell’impact factor), l’H-index (indice di Hirsch: “misuratore” di produttività di un ricercatore). I database più accreditati sono ISI e SCOPUS. E’ bene sottolineare che i criteri suddetti sono sempre più condivisi a livello ministeriale per ripartire le risorse economiche tra gli atenei (si veda a esempio “Criteri e parametri di valutazione della produttività scientifica” redatto dal CEPR del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in maggio 2011), a prescindere dai parametri adottati dai singoli settori scientifico disciplinari per il reclutamento e l’avanzamento in carriera. Atenei e dipartimenti dovranno, quindi, adeguarsi al trend nella ripartizione/gestione delle risorse economiche. E, inevitabilmente, dovranno conformarsi anche le procedure di valutazione dei candidati ai posti di ricercatore, associato e ordinario di qualsiasi settore scientifico disciplinare, come si intuisce leggendo gli ultimi documenti ministeriali prodotti (si veda a esempio “Criteri e parametri di valutazione dei candidati e dei commissari dell’abilitazione scientifica nazionale” approvato dal Consiglio Direttivo dell’ANVUR in giugno 2011).

 
Valorizzazione
Marcello Balzani, Nicola Marzot. Sulla base dell’intervento precedente sul tema della Valutazione, vengono sostanzialmente addotte perplessità in relazione all’adeguatezza dei sopra indicati strumenti di valutazione, in quanto dall’analisi dei diversi settori scientifici emerge un quadro decisamente discrezionale che va in contrasto con le procedure “standardizzate” imposte da direttive ministeriali.

 

La Sovvenzione Globale Spinner 2013
Teresa Bagnoli (sostituita da Michele Restuccia). Il Consorzio Spinner (composto da ASTER - Scienza Tecnologia Impresa Bologna, Fondazione Alma Mater Bologna, INVITALIA - Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa SpA), istituito nel 2008, è il soggetto incaricato della gestione della Sovvenzione Globale Spinner 2013, azione del Programma Operativo Regionale (POR) 2007-2013 del Fondo Sociale Europeo (FSE), Asse IV Capitale Umano, Obiettivo 2 "Competitività regionale e Occupazione" promossa dall'Assessorato Scuola, Formazione professionale, Università e ricerca, Lavoro della Regione Emilia-Romagna. per processi di valorizzazione professionale degli individui nei setttori della ricerca e dell’innovazione.
Obiettivi prioritari della Sovvenzione Globale Spinner 2013 sono: innovazione basata sulla valorizzazione del capitale umano e dei talenti; occupazione coerente dei giovani ad alta qualificazione; creazione di una comunità di soggetti per valorizzare le “persone” quale motore dei processi d'innovazione e dello sviluppo della società e dell’economia della conoscenza.
Il consorzio dispone di strutture sul territorio regionale, che assistono sin dalla fase iniziale le persone interessate a sviluppare un progetto (creazione di impresa, trasferimento tecnologico, innovazione organizzativa, mobilità internazionale e riprogrammazione professionale), affiancando gli stessi anche nell’attuazione del progetto e nell’impiego delle agevolazioni, ovvero borse di ricerca, servizi di consulenza, incentivi economici, percorsi di accrescimento e attività di tutoraggio. Le agevolazioni sono finalizzate alla crescita personale dei proponenti coerentemente con lo sviluppo del singolo progetto, e sono erogate direttamente alla persona; nel caso di progetti di trasferimento tecnologico e innovazione organizzativa (parti B e C del bando sopracitato), il Consorzio eroga la borsa di ricerca per la metà dei mesi di attività, affidando i restanti mesi all’impegno dell’azienda o dell’ente coinvolto.

 

INTERVENTI E DISCUSSIONI SUI TEMI

- strategie di sviluppo dell’attività di ricerca
- ricerca e didattica
- prospettive e strategie del nuovo Dipartimento

 
Vincenzo Mallardo. Fornisce una precisazione sull’intervento inerente la “valutazione”, in relazione al contributo di prof. Marzot. La valutazione che attiene allo specifico settore scientifico - disciplinare è effettivamente soggetta (ancora) a parametri discrezionali. Tuttavia i criteri forniti dal Ministero, che dovrebbero essere acquisiti da ogni Ateneo e di conseguenza da ogni Facoltà, sono più “oggettivi”. Il problema effettivo è quello della scarsa obiettività dei metodi di valutazione ascritti a ogni Ateneo, pur nel regime abbastanza rigoroso di codici ministeriali sovra-ordinati. Anche per quanto concerne il reperimento dei fondi, di provenienza ordinaria o esterna, sarebbe necessario che ci fossero analoghi criteri di valutazione.
Inoltre, è bene sottolineare che la ripartizione dei fondi ministeriali di ricerca sarà sempre più governata dai criteri forniti dal Ministero. E a questi dovranno necessariamente adeguarsi sia Atenei e Dipartimenti nella distribuzione dei fondi suddetti, sia i settori scientifico disciplinari nella stesura dei criteri di valutazione dei candidati e dei commissari per il reclutamento e l’avanzamento di carriera.


Roberto Di Giulio. Il tema della valutazione della ricerca fa emergere, in effetti, la problematicità di una valutazione obiettiva e univoca. Si riscontra infatti una certa “divaricazione” di obiettivi: da un lato esiste una tendenza alla valorizzazione della ricerca internamente al mondo accademico, dall’altro invece una volontà di privilegiare il rapporto con le realtà produttive e imprenditoriali.
Anche se non dovrebbe sussistere questo squilibrio, forse questa condizione può tuttavia rappresentare un modo per individuare le opportunità migliori, più strategiche e potrebbe costituire un utile strumento per agire consapevolmente in funzione degli obiettivi che si vuole perseguire: da un lato la produzione scientifica da sottoporre a valutazione, dall’altro la visibilità culturale e l'estenalizzazione delle attività entro il mondo economico, civile, istituzionale.


Alfonso Acocella. Nell’ambito delle modalità di valutazione del ranking non è da sottovalutare la questione dell'evoluzione del mondo editoriale. Di recente tre case editrici importanti hanno raggiunto i maggiori punteggi nel ranking di valutazione: questo comporterà un serio svantaggio per le case editrici minori, che svolgono un’attività altrettanto apprezzabile sotto il profilo culturale ma che saranno inevitabilmente “schiacciate” da un mercato all’insegna dell’oligopolio.
L’esperienza della rivista Tekné - fondata dalla SITdA (Società Italiana della Tecnologia dell'Architettura) quale emanazione di una società scientifica e da un editore universitario - ha un consistente valore testimoniale ed è da tenere in considerazione.
È comunque necessario spingersi verso un sistema codificato di regole il più possibile obiettive per le pratiche di valutazione in accordo con intervento di Bottarelli e Mallardo.

 
Antonello Stella. In questo coacervo di regole, codici, punteggi, non bisogna dimenticare la questione prioritaria della ricerca nelle sue varie sfaccettature. La ricerca e la didattica disporranno in futuro sempre più consistentemente di finanziamenti esterni: la struttura TekneHub è a questo proposito indicativa per le sue finalità strategiche. Gli Enti Universitari devono adottare sempre più un approccio teso ad avvicinare la progettazione alla ricerca. Il comune iterprocedurale in campo professionale, dal progetto preliminare, a quello definitivo, a quello esecutivo, non è contemplato dal Dipartimento. È necessario adottare una mentalità non solo teorica ma anche pratica, in grado di conciliare il mondo dell’accademia con la realtà professionale.
 

Rita Fabbri (riflessioni personali e considerazioni di Riccardo Dalla Negra). La “Giornata della ricerca” offre l’occasione per mettere a fuoco alcuni problemi tra cui la valorizzazione del prodotto della ricerca, la misurazione della sua qualità.
È vero, come è stato osservato, che non c’è la necessaria chiarezza e obiettività, in quanto gli Atenei declinano in modo discrezionale le prescrizioni ministeriali, e che si rende necessario un maggiore equilibrio. Se a livello di Dipartimento ciò è possibile, lo è molto meno nel caso del lavoro dei singoli ricercatori.
Il tema della valorizzazione dell’attività svolta dal Dipartimento è centrale. A questo proposito si potrebbe valutare, attraverso un confronto con gli organi istituzionali e legislativi competenti, la possibilità di conquistare intra moenia al Dipartimento parte di un’attività professionale che consentirebbe la partecipazione a bandi, concorsi, appalti di servizi. In questo modo le attività dipartimentali potrebbero interessare anche una più concreta attività professionale, che sarebbe supportata da competenze spesso altissime e a volte superiore a quelle degli studi professionali. Si tratta ovviamente di un obiettivo molto ambizioso che implica anche un necessario confronto con gli ordini professionali, in modo da non agire “fuori legge”.
Ulteriore tematica è la complessità del meccanismo contabile/amministrativo del Dipartimento. Il CFR è per esempio un ente molto più “snello”, sia in termini fiscali che relativamente al conferimento dei contratti. A questo proposito sarebbe utile una valutazione sulle possibilità del Dipartimento di perseguire, per quanto possibile, metodologie procedurali e regimi fiscali più “agili” come quelli propri del Consorzio.
Vengono riportate di seguito le considerazioni di Riccardo Dalla Negra, assente per ragioni di salute, attraverso la proiezione di una slide:

-    I laboratori di sintesi finale sono un punto di riferimento importante per esplicitare la sinergia tra didattica e ricerca. Sono anche un’importante opportunità di formazione professionale.
-   La ricerca è l’elemento che distingue la formazione universitaria da quella di base.
-   Oggi siamo di fronte a un mutamento nella natura della ricerca, non più intesa come attività individuale che si riverbera nell’insegnamento ma come attività “trasversale” che sottende un lavoro sempre più collegiale.
-   Lo strumento del dottorato di ricerca è indispensabile per la formazione dei giovani ricercatori.
-   Sarebbe opportuno che l’attuale Dottorato in Tecnologia dell’Architettura si trasformasse in un “dottorato di Facoltà”, comprendente i quattro ambiti disciplinari di progettazione, restauro, urbanistica e tecnologia, in modo da fornire un’opportunità formativa più ampia e accattivante e garantire così una “svolta” decisiva per il Dipartimento.
 

Alessandro Massarente. Oggi il progetto di ricerca e la consulenza per conto terzi sono ormai le attività più richieste e strategiche per il futuro del Dipartimento. È pertanto indispensabile avviare politiche di dipartimento finalizzate ad instaurare rapporti sempre più organici con l’esterno. Anche la questione di come potere partecipare, come Dipartimento, a bandi di gara, concorsi, appalti di servizi non è secondaria. Ovviamente è necessario sondarne la fattibilità attraverso un confronto con gli organi competenti.

In relazione agli interventi di Farinella e Fabbri, non è del tutto condivisibile il punto di vista di un dottorato di ricerca come strategico per la formazione dei futuri ricercatori/docenti. Sarebbe opportuno invece che il dottorato fosse l’occasione per rivedere la figura del ricercatore - da concepirsi come un professionista “a cavallo” tra il mondo universitario e quello delle imprese – e per rinunciare, come avviene all’estero, alla suddivisione in ambiti disciplinari che pare piuttosto riduttiva.

 

Daniele Pini. Nel Dipartimento attualmente si annoverano circa 20 strutture di ricerca e circa 100 tra strutturati, assegnisti,… E’ inevitabile osservare una certa “atomizzazione” del dipartimento, che da certi punti di vista può essere intesa come uno svantaggio. Tale realtà è il risultato di un processo pluriennale che ha condotto diverse competenze in Facoltà. Sarebbe sbagliato intendere questo fatto come un risultato negativo, in quanto dischiude diverse possibilità. I nuovi Dipartimenti saranno chiamati a risolvere la dicotomia tra didattica e ricerca. A questo proposito si crede che la frammentazione dipartimentale attuale non sia una modalità da superare o cancellare quanto piuttosto da integrare nell’ambito di un processo di maggiore coordinamento intersettoriale. È necessario individuare un’identità unitaria e complessiva del Dipartimento che superi i particolarismi e li integri reciprocamente.
In campo urbanistico, uno dei “filoni” di ricerca sicuramente più significativi del futuro è quello legato al tema del patrimonio, della sostenibilità, del risparmio energetico. È necessario a questo scopo individuare interlocutori esterni (enti pubblici, imprese, istituzioni,…) in quanto l’Università sta seriamente cominciando a soffrire di autoreferenzialità.

 
Roberto Di Giulio. Condivide le osservazioni di Pini sul fatto che la molteplicità delle strutture di ricerca non sia di per sé un elemento negativo e sul fatto che sia necessario un maggiore coordinamento tra i diversi settori disciplinari. Per quanto sia evidente il divario nelle modalità di valutazione, non bisogna tuttavia essere vittime di logiche troppo restrittive.

 

Gastone Ave. Relativamente al tema della frammentazione dipartimentale, se il Dipartimento fosse una società di engineering le attività sarebbero più “strutturate”. In realtà nel Dipartimento si svolge maggiormente un ruolo “artigianale”: si svolge direttamente l’attività di fund raising, si detiene una visione “verticale” di tutto il prodotto. Non è soddisfacente il modo con cui la ricerca interagisce con la didattica. Contrariamente a quanto sostenuto da Riccardo Dalla Negra, che ritiene ottimale un dottorato di ricerca “multidisciplinare”, è preferibile investire nei masters piuttosto che nei dottorati. Inoltre sarebbe utile sfruttare la rete degli ex allievi come possibili “contribuenti”- finanziatori.

 
Roberto Di Giulio. Alla luce degli interventi effettuati emergono alcune tematiche prioritarie:
la necessità di individuare una strategia operativa in relazione all’attuale “frammentazione” dipartimentale e, di conseguenza, valutare come migliorare l’assetto attuale senza snaturare la storia della Facoltà; un’attività di coordinamento interdisciplinare sembra comunque irrinunciabile anche per individuare gli ambiti di ricerca più pregnanti per il futuro; la necessità di definire una maggiore sinergia tra didattica e ricerca: il compito principale dei Corsi di Studio che afferiscono al Dipartimento è quello di formare architetti e designer, l’aspetto di concretezza professionale è prioritario dunque anche nell’ambito del rapporto e delle interazioni tra ricerca e didattica;
il Dottorato di ricerca è un ambito a sé stante rispetto ai Laboratori di sintesi finale e pertanto non vi può essere confusione; è necessario che nel dottorato sia leggibile un profilo chiaro e una linea tematica che garantisca l’efficacia dell’interdisciplinarietà. Il fatto che quest’anno i dottorati di ricerca cambieranno nella loro strutturazione potrà introdurre tuttavia significative opportunità di riorganizzazione e miglioramento;
per quanto riguarda il rapporto tra ricerca e progetto, l’ipotesi di recuperare ai dipartimenti la possibilità di essere attivi propulsori di attività progettuale nell’ambito di bandi di gara, concorsi, appalti di servizi è sicuramente interessante ma deve ovviamente essere indagata alla luce delle attuali regolamentazioni normative.

 

* * *

 

CONSIDERAZIONI RIEPILOGATIVE
La “Giornata della ricerca” ha costituito un’ importante occasione per “fare il punto” sullo stato attuale del Dipartimento di Architettura in termini di strutture, politiche didattiche, strategie operative di potenziamento futuro.
Alla luce di un quadro esaustivo delle possibilità in ambito formativo e di ricerca offerte dal Dipartimento, illustrato nella mattinata, è seguita nel pomeriggio una fase più critica e di dibattito in relazione alle problematiche attuali e alle possibili soluzioni per garantire una sempre maggiore appetibilità culturale e competitività del Dipartimento a scala globale.
Tra le varie criticità, sono emerse - secondo differenti e non sempre univoci punti di vista - le seguenti questioni:
-   l’intensa e articolata attività dei diversi settori disciplinari presenti nel Dipartimento impone una riflessione in merito alle strategie future da adottare: da un lato ci si chiede se potenziare tale carattere “storico” della Facoltà, derivante dalla compresenza di diversi profili culturali - seppure nell’ambito di un più organico coordinamento intersettoriale - dall’altro, ci si interroga se, in alternativa, sia preferibile perseguire un obiettivo di maggiore unitarietà;
-   il Dottorato di Ricerca deve essere inteso come strumento indispensabile per formare ricercatori sempre più consapevoli della necessità di un ruolo professionale altamente operativo, a dispetto di una visione più tradizionalista ed autoreferenziale del ricercatore come figura proiettata esclusivamente verso il mondo “accademico”;
-   il processo di trasformazioni delle norme che regolano il funzionamento e il finanziamento del Dottorato di Ricerca, richiederà un attento monitoraggio e una riflessione comune sulle iniziative da mettere in atto.

Il Dipartimento di Architettura sta attraversando una fase di cambiamento strutturale consistente che spinge ad acquisire caratteri di sempre maggiore competitività e imprenditorialità. Obiettivi irrinunciabili per il futuro - e da tutti condivisi - sono:
-   l’adozione di una efficace politica di relazioni esterne con il mondo dell’imprenditoria, con gli enti pubblici, con gli enti di ricerca, in modo da stringere contatti ed avviare sinergie funzionali non solo al fund raising ma anche a una più propositiva cooperazione tra i soggetti coinvolti nel processo progettuale e produttivo nel suo complesso;
-   l’avvio di un consolidato processo di internazionalizzazione nella definizione di contatti con sedi universitarie straniere, scambi culturali, joint ventures, in modo da “proiettare” il Dipartimento come ente di formazione e ricerca di elevato prestigio a una scala sempre più globale;
-   la possibilità di estensione dell’attività svolta dal Dipartimento nell’ambito della partecipazione a bandi di gara, concorsi di progettazione, in modo da integrare operativamente la ricerca universitaria con il mondo professionale (tale ipotesi andrebbe valutata compatibilmente con le prescrizioni legislative vigenti);
-   l'acquisizione di un approccio culturale, formativo e di ricerca sempre più interdisciplinare, che consenta l’assimilazione di più settori tematici nell’ambito di un coordinamento unitario preposto alla definizione di un’identità chiara e riconoscibile del Dipartimento;
-   la promozione e il consolidamento dell’attività di comunicazione istituzionale come pratica innovativa e strategica per promuovere e valorizzare le attività didattiche e di ricerca del Dipartimento.

Chiara Testoni


torna su stampa
MD Material Design
Post-it
ISSN 2239-6063

edited by
Alfonso Acocella
redazione materialdesign@unife.it

-