Dal 5 al 9 ottobre 2015 si è svolta in via della Ghiara la mostra dei progetti degli studenti del primo anno del Laboratorio di Basic design, Corso di laurea in Design del prodotto industriale, del Dipartimento di architettura di Ferrara.
La mostra è stata articolata simultaneamente su due livelli: le esperienze di approccio alla configurazione e i progetti di prodotto dell’esercitazione finale, quest’anno incentrata sul design di un’essenziale toolbox destinata a professionisti che svolgono la propria attività lontano dalla propria sede operativa.
Il primo livello ha visto l’esposizione delle risposte a brevi brief di progetto, che dai tempi della Hochschule für Gestaltung di Ulm caratterizzano le esperienze di basic design, quali problem solving di ridotta complessità focalizzati sulla configurazione.
Alcune esercitazioni sono state proposte dal Prof. Giovanni Anceschi (pioniere in Italia della disciplina del basic design), sulla base di brief di Tomas Maldonado, Johannes Itten e dello stesso Anceschi, così come era avvenuto nel workshop dello scorso A.A. Si veda per questo: Workshop di Basic design con Giovanni Anceschi. Laboratorio Basic Design 2013-2014.
Di soluzioni a brief originali proposti durante il Laboratorio, nella mostra nel Salone passante di Palazzo Tassoni Estense, ne sono state esposte due serie.
La prima esercitazione intitolata “Logo significante-significato” ha impegnato gli studenti nella creazione di un logotipo in cui, data a ogni studente una parola, il significante (segno testuale caratterizzato dal tipo di font, dal colore e dalla configurazione nel campo definito dal foglio) doveva sovrapporsi al significato, mirando a creare un effetto di ridondanza nella comprensione di quest’ultimo. Per l’esercitazione gli studenti hanno potuto avvalersi di un qualsiasi carattere tipografico, da colorare, distorcere o ruotare a piacere, ma senza l’uso di alcun elemento iconico. Sorprendentemente efficaci nella loro semplicità, i logotipi di due delle parole assegnate: morte (death) e gola (gluttony).
La seconda esercitazione è stata un naturale sviluppo tridimensionale di una precedente prova bidimensionale sul pattern-design. Si veda per questo l’articolo della prima volta in cui è stata eseguita lo scorso anno: L’esperimento social di LBD: il pattern geometrico (parte prima)
Nel brief intitolato “taglia e piega”, ogni studente, sulla base di una scatola delle dimensioni di 257x257x20 millimetri, attraverso tagli, pieghe e curvature sulla faccia grande, ha dovuto costruire un tile geometrico tridimensionale, senza asportazione di materiale.
Obiettivo è stato la composizione di una mattonella in cui nessuna parte della configurazione (pieni/vuoti/altezze/depressioni/ombre) assurgesse al ruolo di primadonna.
Infine, per l’esercitazione finale, ogni studente ha scelto un “professionista” per il quale progettare e realizzare il prototipo di una toolbox ad hoc, in base a effettive esigenze ricavate da accurata analisi dei bisogni e benchmarking dell’esistente.
Agli studenti è stata lasciata libertà nella scelta dei materiali e delle tecniche produttive ritenute maggiormente efficaci, ma invitando a privilegiare l’individuazione di nicchie di mercato inesplorate, la semplicità e la riduzione della diversità di materiali (o meglio ancora monomatericità).
Tra le tante proposte interessanti illustriamo a titolo di esempio alcune delle più originali che si caratterizzano per l’estrema essenzialità e al contempo funzionalità e ricercatezza estetica.
Sushigami: sushi-chef toolbox. Il contenitore, realizzato esclusivamente da un unico lungo foglio trapezoidale in PVC, si presenta esternamente come un sobrio parallelepipedo schiacciato a base triangolo equilatero che, come una sorta di origami al contrario, si apre in un esagono al cui interno sono custoditi in sicurezza gli affilati coltelli giapponesi per la realizzazione delle tipiche specialità. In questo lavoro, la risposta alle istanze pratiche del cliente risultano perfettamente in linea con la cultura shintoista giapponese.
Goofy: street-artist toolbox. Ritagliato da un unico foglio di Policarbonato alveolare con minimo scarto, con l’aggiunta di velcro e slap band di acciaio (quelle per braccialetti con avvolgimento automatico), gli studenti hanno realizzato un pratico contenitore per artisti della bomboletta spray. Durante il trasferimento, l’oggetto appare come un contenitore per il trasporto di lattine di birra o simili, giunto ai piedi di una scala a pioli, l’artista può agganciare automaticamente in quattro secondi alla scala la toolbox, che disporrà operativamente il suo contenuto.
Yumi: bonsaist toolbox. Sempre ispirato ai rituali della cultura Giappone, questo contenitore è realizzato essenzialmente da due dischi di cuoio di diversa dimensione. Rendendo solidali i due dischi con opportune cuciture radiali, chiusi poi sul diametro con una coulisse regolabile, si ottengono una serie di tasche per riporre tutti gli attrezzi per le appassionate della pratica del bonsai. La morfologia a “secchiello” rende particolarmente adatta questa toolbox ad un target femminile.
Restorer toolbox. Forse il più essenziale tra i progetti presentati è questa scatola per gli attrezzi da restauratore. Costituito all’apparenza da un unico “quadrato” nero (forato in parte per permettere il passaggio di un moschettone), in realtà il foglio è costituito da un fitto incrocio di strisce di velcro (uncinate e pelose) che permettono il ripiegamento su stesso, sia per sigillare il contenuto durante il trasporto, sia per aprirsi e adattarsi alle più svariate tipologie di ponteggi posizionati di fronte alle opere in corso di restauro.
Un ringraziamento a tutti gli studenti del Laboratorio che hanno partecipato all’allestimento della mostra, in particolare a Pietro Crimaldi per la grafica.
Grazie a Gianluca Gimini per l’affiancamento nella creazione e gestione del brief “Logo significante-significato”.
Come sempre grazie a Maddalena Coccagna per gli accurati approfondimenti sui materiali.
Corso di laurea in Design del Prodotto Industriale
Laboratorio di Basic design
A.A. 2014/2015
Docenti:
Prof. Jacopo Piccione, Design di prodotto
Prof.ssa Maddalena Coccagna, Materiali e progettazione di elementi costruttivi
di Jacopo Piccione