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BASIC SUSTAINABLE BAG DESIGN

28 Novembre 2014

Resoconto e immagini della mostra a Palazzo Tassoni Estense a Ferrara




Dopo il successo di affluenza all’inaugurazione avvenuta lunedì 27, si è conclusa venerdì 31 ottobre 2014 la mostra dei progetti degli studenti del primo anno del Laboratorio di Basic design, del Corso di laurea in Design del prodotto industriale del Dipartimento di architettura di Ferrara.

L’ideazione e prototipazione di una borsa, sviluppata secondo i principi del design sostenibile, è stata scelta come ultima esercitazione progettuale del Laboratorio. L’esposizione, organizzata nel Salone passante di Palazzo Tassoni Estense, ha valorizzato la raccolta dei più significativi progetti.

Il percorso che ha portato gli studenti al risultato finale è partito da esercitazioni di basic design, classiche e originali, per proseguire con lo studio del concetto di sostenibilità ambientale, giungendo fino ad approfondimenti materici, tecnologici e produttivi.

 



Ogni lavoro ha dovuto rispettare più di uno dei principi, qui di seguito elencati sotto forma di Decalogo.

1. Progettare oggetti che favoriscano uno stile di vita sostenibile.
2. Progettare utilizzando materiali riciclabili (o meglio ancora bio-compatibili), preferendo quelli autoctoni e certificati.
3. Progettare utilizzando oggetti disponibili in gran quantità dal recupero obbligatorio o usando efficacemente sottoprodotti industriali.
4. Riduzione degli sfridi e monomatericità.
5. In caso di utilizzo di materiali di diversa origine, scelta di quelli che abbiano eguale durabilità, oltre che a una facile disassemblabilità.
6. Progettare per una ridotta manutenzione, per una facile accessibilità alla stessa e per la riduzione della difettosità.
7. Progettare un secondo uso “nobile” una volta esaurito il primo.
8. In fase di produzione pensare alla riduzione delle emissioni nocive o meglio usare energia rinnovabile.
9. Riduzione del packaging e del materiale a latere, riduzione dei pesi e dei volumi per il trasporto e lo stoccaggio.
10 Progettare kit di autocostruzione.

Data la peculiarità del compito da svolgere (brief), dei possibili materiali utilizzabili e delle competenze infografiche ancora in formazione, l’attività del laboratorio progettuale è stata organizzata in una sorta di reverse engineering artigianale ma efficace. Piuttosto che tanti disegni di studio, gli studenti stati indirizzati a realizzare modelli in scala in carta, cartoncino o tovaglie plastificate per sbozzare la forma. Una volta impostato il problema, hanno proseguito sperimentando in scala al vero i più svariati materiali planari: tessuti naturali, gomme, sughero, linoleum, moquette, PVC bottonato, rigato ecc. per valutare empiricamente la resistenza dei materiali alla piega, al carico e le migliori soluzioni d’incastro. I lavori esposti sono stati suddivisi in due macro categorie.

 

 

Una prima categoria di progetti ha seguito un brief che ha previsto il volume della borsa ricavato dal taglio di un unico materiale piano, piegato e assemblato a incastro, senza cuciture, bottoni o cerniere.
In questa categoria rientrano i veri e propri origami che sono stati i progetti degli organizer Verso e Wave, elaborati e ingegnosi giochi di pieghe per contenere PC, tablet e accessori per l’ufficio mobile. Mentre innovativo nel modo d’uso, e ricercato nel sistema d’incastri ed espansione, è stato il progetto della borsetta Belly. Perfettamente aderente al brief, orientato al mercato e immediatamente producibile è stato invece il progetto della pochette Joined Clutch. E ancora borse mare, sportive e zainetti accumunate da un’attenta ricerca del miglior incastro bilanciando prestazioni e appeal estetico.
Partner nel corso di questa esperienza progettuale è stata 3AG, giovane marchio di borse "made in Italy" fondata da Teo Vallini e Pietro Baraldi. Quest’ultimo, architetto, laureato a Ferrara, ha approfondito gli studi presso il Corso di Laurea in Design del prodotto industriale nello stesso Ateneo.

Una seconda categoria di progetti ha sperimentato, invece, forme inconsuete di borse basate sull’individuazione dei bisogni inespressi dei possibili utenti, avendo però sempre presente la sostenibilità ambientale degli artefatti.
Vero oggetto poetico è la borsa Clip Multibag, contenitore che grazie a un sistema di clip in legno, si adatta a infinite configurazioni attraverso un approccio all’oggetto in stile filosofia orientale.
Divertenti infine il “borsimpermeabile” Rain Joy, assimilabile a un progetto radical design, e la borsa da palestra multitubolare Tub Emp.

 

 

A margine della mostra una serie di pannelli dedicati a un’ulteriore esercitazione di Basic design dedicata al pattern design, dove gli studenti hanno potuto cimentati nel ricostruire gli stilemi grafici dei decenni compresi fra gli anni Cinquanta e gli Ottanta del Novecento. A partire da una ricerca preliminare, in cui sono stati approfonditi i singoli decenni dal punto di vista socio-culturale, gli studenti ne hanno individuato gli stili, le composizioni e i colori ricorrenti.
Una serie di dodici pattern, tre per decennio, sono stati scelti dalla copisteria sistampa per realizzare le copertine di altrettanti quaderni, riconoscendo una royalty agli autori, piccolo marchandising del Laboratorio di Basic design.

Un ringraziamento a tutti gli studenti del Laboratorio, in particolare a Lorenzo Galletti per i video, Alberto Magni e Lorenzo Marchionni per la grafica, Dario Sapienza per le foto.
Grazie a Maddalena Coccagna per le accuratissime lezioni sui materiali.
Grazie infine a Gianluca Gimini per il costante sostegno lungo tutto il percorso che dalla didattica ha portato alla realizzazione dell'evento.
 
Corso di laurea in Design del Prodotto Industriale

Laboratorio di Basic design
A.A. 2013/2014
Prof. Jacopo Piccione
Prof.ssa Maddalena Coccagna
Dott. Gianluca Gimini




Jacopo Piccione


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MD Material Design
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ISSN 2239-6063

edited by
Alfonso Acocella
redazione materialdesign@unife.it

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