«All’arte del mostrare contemporaneo è indispensabile tanto la sapienza dell’architettura dell’informazione (si potrebbe meglio di così tradurre l’anglosassone information design?), quanto l’esperienza diretta sia delle qualità sia delle proprietà dei materiali che conformano fisicamente le (provvisorie) costruzioni dell’allestimento.
Solo in tale quadro, nel contesto cioè di una cultura equilibrata di pensiero visuale e di speculazione progettuale ovvero in una dialettica viva tra inventio dell’idea (in senso letterale) e ratio delle prestazioni, si può immaginare di trovare degnamente scritto nella carta d’identità del nostro artefice di mostre, dell’attuale apparecchiatore di esposizioni che auspichiamo riconoscere negli allestimenti nostrani, ciò che si leggeva in quella di Charles-Edouard Jeanneret: “homme de lettres”».1
Il richiamo di Sergio Polano alla necessità di un progetto che sia espressione equilibrata di un’alta cultura visuale e di una profonda esperienza materica e costruttiva, identifica con immediatezza i termini della questione allestitiva, che questo contributo vuole brevemente analizzare in relazione alle applicazioni contemporanee dei materiali a base di cellulosa.
Da circa un decennio la carta e, soprattutto, il cartone si sono ampiamente diffusi nella realizzazione di allestimenti temporanei o permanenti per spazi espositivi, culturali, ricettivi e commerciali. In questo contesto, tali materiali sono apprezzati per le doti di versatilità, economicità, riciclabilità e per la loro estetica naturale. Sulla scorta di queste prime generali considerazioni è possibile affermare che il cartone materializza una vera e propria “metafora sostenibile”, che diviene strumento visuale e costruttivo con cui qualificare spazi, esporre oggetti e comunicare concetti.
Un precorritore assoluto degli allestimenti in cartone è stato Enzo Mari, protagonista del design italiano che tra gli anni ’60 e gli anni ’70 del secolo scorso progetta svariati sistemi espositivi per le mostre e i negozi del marchio Danese. Tali allestimenti si basano sulla composizione di moduli dalle geometrie primarie, a creare forme articolate per la strutturazione dello spazio e l’esposizione dei prodotti; tutti gli elementi di base sono in cartone canettato; le disposizioni di montaggio seguono schemi lineari, retti o sinuosi; i sistemi di giunzione utilizzano diffusamente la graffettatura metallica.
Il designer realizza un primo allestimento nel 1964, si tratta di una struttura ad alveare con celle scatolari in cartone di 50x50x30 cm. Tra il 1965 e il 1969 elabora un sistema più complesso e flessibile, basato su profili ripiegati ad U che danno vita a forme trapezoidali di 18x70x100 cm; tali moduli, collocati e uniti in sequenza, compongono lunghi piani di appoggio, su cui gli oggetti da esporre sono disposti liberamente.
Del 1966 è un allestimento con elementi tubolari in cartone di diversa altezza a base quadrata e del 1973 sono i moduli dalla caratteristica forma “a sedia” con cui si allestisce la mostra Danese al Musée des Art Décoratifs di Losanna. In particolare quest’ultimo progetto coniuga il ripiano espositivo orizzontale, collocabile a diverse altezze in base alle dimensioni dei pezzi da mostrare, con una superficie verticale retrostante, da utilizzare per la presentazione di oggetti appesi o per la comunicazione2.
In tutte le realizzazioni Enzo Mari affronta un insieme di problematiche integrate: codificando tipologie come il piano-bancone, l’alveare-scaffale, il prisma-piedistallo o il basamento-leggio, che ancora oggi sono gli elementi di riferimento basilari del progetto espositivo in cartone, egli ottiene molteplici risultati. Risolve innanzitutto il tema della stabilità strutturale dei moduli e delle aggregazioni; sviluppa una chiara riconoscibilità formale dei sistemi espositivi; raggiunge notevoli esiti di semplificazione morfologica e compattezza dimensionale, finalizzati a non compromettere la circolazione dei visitatori e a facilitare le operazioni di montaggio e disallestimento.
Enzo Mari, allestimenti in cartone per Danese, 1964-73.
Il progetto contemporaneo dell’allestimento in cartone è per molti aspetti debitore nei confronti delle tipologie e dei modelli individuati da Mari tra gli anni ’60 e gli anni ’70 e percorre strade di elaborazione e sviluppo attingendo ad un campionario di prodotti ampliato rispetto al recente passato. Accanto ai tradizionali cartoni ondulati, abitualmente ripiegati o stratificati per ottenere forme e strutture resistenti e tridimensionali , il design attuale dei sistemi espositivi in materiali cellulosici può selezionare una serie di semilavorati rigidi, resistenti e dotati di un volume proprio: si tratta dei tubi di cartone, dei cartoni alveolari, dei cartoni Re-Board e X-Board.
I tubi sono costituiti quasi esclusivamente da carta di recupero; vengono prodotti in lunghezze consistenti (fino a dieci metri e oltre) e con elevati spessori; la gamma dei loro diametri è estremamente ampia. Grazie a particolari cariche possono avere buone prestazioni di resistenza al fuoco e possono essere colorati e impermeabilizzati con apposite finiture della superficie esterna. I cartoni alveolari, ottenibili perlopiù da materiali riciclati, sono leggeri, resistenti a compressione e presentano alti spessori; hanno struttura a nido d’ape racchiusa tra due copertine.
Re-Board è un prodotto innovativo realizzato combinando carta riciclata e colle a base di acqua. Possiede anch’esso una struttura interna alveolare e resiste a compressione. È leggero, ignifugo ed è stampabile su entrambe le facce dei pannelli; grazie ad una particolare compattezza e alla sua rigidezza, presenta ottime caratteristiche di planarità anche in formati di rilevanti dimensioni e può essere tagliato in maniera precisa a 45°. Anche X-Board appartiene alla tipologia della struttura alveolare che può essere stratificata a formare pacchetti di notevole spessore; è interamente composto da fibre di carta riciclata e le colle con cui è realizzato sono totalmente eco-compatibili; può essere piegato e curvato3.
Questo mondo materiale si presta all’applicazione espositiva e comunicativa, rappresentando un’alternativa valida e pienamente praticabile sia per le configurazioni site-specific del “su misura”, sia per i sistemi modulari e i componenti pre-montati4; esso soddisfa tutti i requisiti di base dei prodotti per l’allestimento. Basso costo; leggerezza; robustezza per creare strutture autoportanti e per reggere pesi; facilità di trasporto, stoccaggio e montaggio; resistenza al fuoco; facilità di smaltimento o di reimpiego.5
Paolo Segota, Full System: allestimento in cartone per Iveco, 1980 (da Abitare, n. 189, 1980).
Competitivo da ogni punto di vista rispetto agli altri materiali a spiccata vocazione allestitiva, il cartone non è sostenibile soltanto perché riciclato o riciclabile ma poiché induce economie integrate in tutta la filiera della realizzazione: il costo iniziale della materia prima è inferiore rispetto a numerosi altri materiali; grazie alla sua leggerezza i trasporti, i montaggi e i disallestimenti sono agevoli e veloci; la sua estrema lavorabilità, la flessibilità d’uso e la sovrascrivibilità creano molte possibilità di riutilizzo, adattamento e cambiamento di immagine per sistemi o componenti già impiegati in opere dismesse.
Dal quadro che si è cercato di delineare emerge chiara la sostenibilità e la versatilità del materiale nel poter veicolare un alto contenuto di design, seguendo con agilità le esigenze ostensive e di comunicazione di molti contesti, da quelle finalizzate ad obiettivi conoscitivi, divulgativi e didattici, a quelle in cui l’esposizione ha scopi persuasivi di natura commerciale. L’allestimento in cartone può comprendere supporti espositivi, scenografie, superfici scritte, oggetti ed arredi di varia natura; con tali elementi si possono risolvere mostre, eventi culturali come festival e convegni, aree ludico-didattiche per bambini, spazi per l’intrattenimento e la ristorazione, stand fieristici, negozi, showroom e vetrine.
Le proprietà cromatiche e tattili del materiale, unitamente alle variegate configurazioni formali e compositive che con esso si possono creare, rappresentano una riserva cospicua di potenzialità per un progetto aumentato, che può incorporare anche il valore di un’originale identità visiva e comunicativa.
Utilizzato nella sua tavolozza cromatica naturale, o colorato per ottenere le tinte più disparate, o ancora stampato come una grande pagina scritta, disegnata o texturizzata, il cartone può dar vita infatti a contenitori allestitivi permeabili, capaci di identificare uno spazio e di accogliere grazie a perimetri attraversabili, di sviluppare un forte impatto espressivo e di scambiare messaggi per mezzo di interfacce relazionali.
Archea, muro in cartone per l’esposizione di bottiglie, Lucca, Città Sottili, 2005.
Pietro Carlo Pellegrini e Città Sottili, negozio Manas Lea Foscati, Riccione, 2007.
Tra i rappresentanti italiani dell’exhibition design contemporaneo che sanno pienamente interpretare le proprietà del cartone si distinguono A4A Design e Salamanca Design & Co.
A4A riconosce da sempre l’essenza estetica dei materiali a base di cellulosa e la valorizza in allestimenti dal linguaggio multiforme e colorato, ideati grazie ad un fertile processo creativo, che porta a numerose declinazioni, estensioni e personalizzazioni. I progetti di questo team di designer prediligono il cartone alveolare, lasciato in evidenza nella sua anima materica e strutturale e utilizzato in tutti gli spessori caratteristici: da quelli minimi, di pochi centimetri, impiegati per creare elementi tridimensionali grazie all’incastro di piani con diverse giaciture; a quelli massimi, dell’ordine delle decine di centimetri, adottati per modellare volumi pieni e stratificati.
La progettazione in cartone di A4A Design spazia così dagli allestimenti complessi con notevoli valenze di configurazione spaziale, ai più semplici elementi qualificanti di spazi comuni come mobili, sculture astratte, o modelli figurativi evocativi di presenze viventi o inanimate. Il ripercorrere alcune delle realizzazioni più significative dello studio, aiuta a comprendere la versatilità di questa concezione dell’allestimento “total cardboard”.
L’installazione No Sprawl (Milano, Vecchi magazzini della Stazione di Porta Genova, 2006) è servita per lanciare un messaggio di critica al cosiddetto fenomeno dello sprawling, cioè dell'espansione urbana contemporanea, agerarchica e priva di pianificazione. L’allestimento ha materializzato questa occupazione indifferenziata del territorio invadendo lo spazio con la ripetizione seriale di decine di casette schematiche in cartone, complete del loro piccolo giardino di pertinenza. Sempre sul fronte della costruzione e della collocazione di elementi qualificanti, utilizzati per comunicare un’idea o per suggerire e incentivare un comportamento, il progetto Nati per Leggere (Torino, Salone Internazionale del Libro, 2010) ha prodotto una serie di arredi ecologici e giocosi, per supportare e ambientare le attività di lettura ad alta voce dei bambini in età prescolare.
Il design ha rispettato l'esigenza primaria ludica e formativa con mobili dai profili semplici e sagome stilizzate di alberi e animali dai colori vivaci; in tutta la collezione di sedute, scaffali, piani di appoggio e forme free standing si è ricercata la massima riduzione dei volumi in fase di spedizione, la facilità e la velocità del montaggio. Infatti, tutti gli elementi sono stati forniti stesi e compattati in un apposito packaging e sono stati montati rapidamente in un gioco di manualità e incastri che gli stessi bambini hanno eseguito in autonomia o con una minima assistenza.
A4A Design, packaging e arredi del progetto Nati per Leggere, Torino, 2010.
A4A Design, allestimento della mostra Ugo Rivolta, Milano, 2008.
Gli allestimenti di maggiore articolazione spaziale dimostrano appieno le prestazioni strutturali, le possibilità espressive e le qualità sostenibili e del cartone in termini di riduzione dei tempi e dei costi di realizzazione; A4A Design declina questi temi con un notevole eclettismo di forme e di approcci, dimostrando che l’estetica dell’allestimento in cartone, e la relativa “metafora sostenibile”, trovano la massima realizzazione applicando costantemente i concetti di flessibilità e versatilità, e non nella ricerca di un repertorio prefissato di soluzioni passepartout.
Due allestimenti di eventi espositivi itineranti sono emblematici in proposito: si tratta della mostra sull'opera dell'architetto Ugo Rivolta (Milano, Politecnico Bovisa, 2008) e della mostra dei prodotti Emme Edizioni (Bologna, Biblioteca Sala Borsa, 2013).
A4A Design, Biblioteca Civica Movimente, Chivasso, 2012. (foto di Valentina Esposito)
Nel primo caso i designer hanno realizzato un sistema semplificato e aperto, costituito da due sole tipologie di elementi in cartone con intagli per la collocazione dei disegni da mostrare: pannelli rettangolari appesi e un grande tavolo lungo 20 metri scandiscono lo spazio creando il percorso e l’orientamento di una fruizione continua. Nel secondo caso pareti componibili in cartone, montate su di un’esile struttura metallica, isolano gli oggetti creando un campo visivo privilegiato per la loro percezione. In questo modo si creano alcune piccole case che identificano gli ambiti espositivi all’interno di uno spazio maggiore; questi perimetri riconoscibili ma permeabili, danno vita ad una configurazione più complessa, aperta a molteplici modalità di circolazione e di visita; i prodotti editoriali e la comunicazione del brand sono poi allestiti in verticale o su grandi leggii realizzati col cartone alveolare di forte spessore.
Con la Biblioteca Civica Movimente (Chivasso, 2012) A4A Design trasferisce il tema dell’allestimento in cartone dalla dimensione temporanea e quella permanete. Librerie, tavoli e sedute in cartone sono infatti i mobili essenziali e caratterizzanti che arredano gli spazi-lettura, le postazioni informatiche e l’area espositiva di un nuovo modello di biblioteca a scaffale aperto, che può conservare fino a 30.000 volumi ed è situata in un hub di transito dove si intersecano linee ferroviarie, autolinee e parcheggi scambiatori.
A4A Design, Mostra Emme Edizioni, Bologna, 2013.
Salamanca Design & Co. presenta e comunica contenuti e valori legati alla sostenibilità ancora una volta attraverso la metafora materica congruente del cartone. Ciò accade in progetti circoscritti finalizzati ad operazioni di branding bio come dimostrano gli allestimenti temporanei per Alce Nero, o in azioni integrate più ampie e complesse: lo studio di design cura infatti progetti dove l’allestimento fieristico in cartone, per le qualità materiche e per le relative peculiarità comunicative, si configura come esito di un articolato programma strategico e sistemico. In questo caso Salamanca Design & Co., operando come nodo centrale di una rete di partner e interlocutori appositamente selezionati, sviluppa piattaforme multisettore di riferimento per committenti pubblici e privati, professionisti e aziende, con lo scopo di valorizzare la cultura e le pratiche della sostenibilità ambientale e sociale in diverse declinazioni tematiche.
Di particolare rilievo in tal senso sono le edizioni del progetto Sana Kids (fiera Sana di Bologna, 2008-12), finalizzato a promuovere nell’infanzia percorsi di consapevolezza sulle problematiche ambientali attraverso interventi specifici di ecodesign nel settore dell’alimentazione e delle attività ludico-didattiche. Sana Kids si sviluppa a partire da un’attenta analisi dei valori concettuali legati alla vita quotidiana dei bambini; focus di interesse come il cibo e la mensa, i prodotti per l’igiene, l’energia, sono poi oggetto di concept e proposte progettuali organizzate in contenitori espositivi allestiti grazie ad un sistema di logistica a chilometraggio minimo.
In tali spazi trovano posto elementi comunicativi, partizioni e piani d’appoggio in cartone; complementi in legno da coltivazioni a ridotto impatto ambientale; essenze vegetali; luci a basso consumo.
Un ulteriore esempio della ricerca di Salamanca Design & Co. è rappresentato dalla piattaforma Welcome Green, (fiera Expo Riva Hotel di Riva del Garda, 2013) che affronta il tema delle pratiche e dei prodotti sostenibili per il contract.
Il progetto propone soluzioni per gli spazi outdoor e indoor di alberghi e ristoranti; servizi, materiali, arredi e sistemi impiantistici mirano ad introdurre criteri di sostenibilità nel settore ricettivo grazie alla riciclabilità, al ridotto consumo energetico e al basso impatto di inserimento nell’ambiente, in una visione di turismo compatibile con i caratteri naturali dei luoghi e con il benessere globale dei clienti e delle comunità residenti.
In tutti questi casi, nel risultato finale dell’allestimento, il cartone perlopiù alveolare viene impiegato per realizzare artefatti espositivi e comunicativi piani o tridimensionali, piegati o ad incastro, dal linguaggio stilizzato ed evocativo; tali supporti presentano principalmente la palette naturale dei prodotti a base cellulosica, a cui si aggiungono le tonalità del bianco e dei verdi. Si tratta di una scelta di massima semplicità cromatica e asciuttezza formale, appropriata nel contesto di progetti sistemici pregnanti, che lanciano messaggi di impegno e intendono attivare nuove consapevolezze e nuovi comportamenti.
Salamanca Design & Co., Alce Nero Temporary Restaurant, Milano, 2012.
Salamanca Design & Co., dettaglio di un allestimento Sana Kids, Bologna, 2012.
Note
1 Sergio Polano, “Malcelate esibizioni”, in Mario Mastropietro (a cura di), Nuovo allestimento italiano, Milano, Lybra Immagine, 1997, p. 9.
2 Sugli allestimenti in cartone di Enzo Mari si rimanda ai seguenti contributi: Stefano Casciani, Arte industriale: gioco, oggetto, pensiero. Danese e la sua produzione, Milano, Arcadia, 1988, pp. 193; François Burkhardt, Juli Capella, Francesca Picchi, Perché un libro su Enzo Mari, Milano, Motta, 1997, pp. 239.
3 Per un approfondimento tecnico sulle tipologie dei materiali sinteticamente descritti in questo contributo si veda Costruire con il cartone. Guida all’utilizzo del cartone negli allestimenti e nel design, Lucca, Lucense, 2012, pp. 48.
4 Una serie di soluzioni modulari per allestimenti temporanei in cartone con l’utilizzo di fogli, tubi o pannelli alveolari è presentata in Marco Capellini (a cura di), Idee, proposte e soluzioni per allestimenti in carta e cartone, Milano, Comieco, 2008, pp. 56. Per un repertorio delle prime sperimentazioni degli anni Duemila relative ai sistemi per gli allestimenti e gli arredi in cartone si rimanda a Città sottili. Luoghi e progetti di cartone, Melfi, Librìa, 2008, pp. 133.
5 Sui requisiti tecnici di base del progetto allestitivo si veda Massimo Malagugini, Allestire per comunicare. Spazi divulgativi e spazi persuasivi, Milano, Franco Angeli, 1997, pp. 92 e sgg.
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Cultura visiva, linguaggio e sperimentazione
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Micropress. Un progetto di self-publishing universitario I II III
Il presente saggio è parte del volume Artefatti comunicativi. Tra ricerca e didattica, (a cura di Alfonso Acocella), Media MD, 2013, pp. 144.
Sempre sulla rivista digitale MD Material Design Post-it, verrà ri-editato l'intero volume in forma progressiva nel corso delle prossime settimane.
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