Plastico di studio di Alberto Campo Baeza per il padiglione La pietra di Sisifo al Marmomacc 2013
L’immagine del pesante masso che incombe sull’esistenza di Sisifo è utilizzata da Alberto Campo Baeza per richiamare il concetto di gravità; il riferimento al mito greco sta infatti alla base del recente progetto firmato dall’architetto per il padiglione Pibamarmi all’edizione Marmomacc 2013.
L’allestimento vuole sottolineare una volta di più il valore assegnato da Campo Baeza alla forza di gravità come tema centrale dell’architettura: un’enorme lastra litica rimarrà sospesa appena sopra le teste dei visitatori e, da presenza incombente, si trasformerà in entità “misteriosa e provocatoria”, fluttuante tra pareti di seta bianca e replicata nell’immagine da un pavimento interamente riflettente.
Il padiglione sarà costituito da una camera semicubica che, grazie allo specchio orizzontale, in un raffinato equilibrio tra costruzione reale e allestimento illusionistico, verrà percepita come un grande cubo di 8 metri di lato, inusuale nel contesto fieristico.
Lo specchio per Campo Baeza materializza l’ idea di fugacità ed evidenzierà un ulteriore valore basilare dell’architettura, cioè la cognizione del tempo.
Attraverso lo spazio espositivo, dove anche le collezioni Pibamarmi saranno moltiplicate visivamente in una replicazione simmetrica orizzontale e verticale, un camminamento in doghe di marmo bianco condurrà ad un vano riservato agli incontri e alla comunicazione aziendale.
Ribadendo l’approccio progettuale del padiglione La Idea Construida, realizzato nel 2009 nello stesso contesto veronese, Alberto Campo Baeza si appresta a consegnarci così una nuova riflessione sui valori atemporali dell’architettura.
Studi grafici di Alberto Campo Baeza per il padiglione La pietra di Sisifo al Marmomacc 2013 Clicca sull’immagine per ingrandirla
La gravità
«I componenti costitutivi della poesia o della musica non hanno peso, ma quelli dell’architettura sono inesorabilmente soggetti alle leggi della gravità. La gravità costruisce lo spazio. Quindi, quando io parlo di struttura, voglio sottolineare che la sua importanza non risiede semplicemente nei suoi carichi statici, ma anche in qualcosa di più importante, ovvero nello stabilire un ordine nello spazio».
Lo specchio
«Lo specchio è il prodotto dell’impressionante inventiva dell’uomo. Potete immaginare l’invidia che Narciso, il quale passava così tanto tempo a contemplare il proprio riflesso in un lago, avrebbe provato per l’inventore del primo specchio? La tecnologia attuale fa sì che gli specchi siano perfetti e duraturi. E così rende il cemento, anch’esso perfettamente controllabile. Il cemento è la materializzazione della permanenza, dell’eternità. Lo specchio è la materializzazione del nulla, della fugacità. Tempus fugit».1
Note
1 Le due citazioni sono tratte da: Alberto Campo Baeza, Principia architectonica, Madrid, Mairea Libros, 2013, pp. 17/88. La traduzione dei testi dall’inglese è di Paolo Armelli.