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L’esperimento social di LBD: il pattern geometrico (parte prima)

21 Giugno 2014

Nel secondo semestre del primo anno, il programma di studi del Corso di laurea in Design del prodotto industriale prevede il Laboratorio di Basic Design (LBD). Questo corso, tenuto da Jacopo Piccione, con Maddalena Coccagna e la collaborazione del sottoscritto, è ispirato ai principi del Basic Design di ulmiana memoria ed è culminato quest'anno con un workshop tenuto dal designer e professore Giovanni Anceschi in persona che della Hochschule fur Gestaltung di Ulm è stato prima studente e poi docente.
Avendo fatto nostri già da molto tempo gli insegnamenti di Maldonado, Munari, Anceschi e prima di loro Albers e Itten, si è ritenuto che fosse la natura stessa di questa disciplina a suggerire l’ideazione da parte dei docenti di esercitazioni originali, sempre diverse, pensate specificatamente per il corso, da proporre agli studenti in forma sperimentale.
Il basic design non è infatti una dottrina dalle regole codificate, anzi la sua teorizzazione è rappresentata dal corpus degli esercizi che i suoi propugnatori hanno concepito.
Si raccontaqui una delle esercitazioni che è stata ideata quest’anno per il corso.


Lo studio del pattern
Negli ultimi anni si assiste a una crescente sovrapposizione di competenze tra grafici e designer che si sta riflettendo, con effetti sorprendenti, in una gran quantità di applicazioni progettuali trasversali ai mondi del prodotto, della grafica, dell’editoria e della moda.
Per capire perché le grafiche geometriche, spessissimo in forma di pattern, stiano investendo tali e tanti campi, bisognerebbe forse spingersi ad ulteriori riflessioni; in particolare per quanto concerne il product, è inevitabile mettere il trend contemporaneo in relazione agli effetti della crisi economica che con probabilità ha portato molte industrie dell’occidente a cercare di creare “l’effetto novità” con espedienti più economici. Anche dal lato del consumatore, potrebbe essere immaginabile un desiderio semi-consapevole di prodotti che trasmettano allegria e spensieratezza.

 

  • Complementi d’arredo: nel 2014 Ikea lancia la collezione Brakig realizzata in collaborazione con il collettivo artRebels. La serie è in linea con il revival del design scandinavo anni ’50.
  • Tessile: il pattern a losanghe con variazioni sul tema (cromatiche e dimensionali) nel tappeto Losanges dei fratelli Bouroullec per Nanimarquina.
  • Rivestimenti e pareti architettoniche: le pareti modulari in pietra di Lithos Design disegnate da Raffaello Galiotto. L’argomento della riduzione dei costi non è applicabile a questi prodotti che sono evidentemente molto onerosi da realizzare.
  • Fashion: Nike fa un uso molto contemporaneo di texture bidimensionali e tridimensionali, sovrapponendole e deformandole con l’ottenimento di effetti visivi complessi (in foto i modelli Metric e Free Powerlines).

 

Senza la volontà di approfondire ulteriormente queste congetture che rappresenterebbero al più uno strumento del marketing, si racconterà di come si è proposta agli studenti una disamina dell’uso del pattern attraverso il ‘900.
A questo scopo sono stati presi in esame i quattro decenni compresi tra il 1950 e il 1989. Per ciascuno sono stati illustrati in una lezione i principali ambiti di applicazione caratterizzanti il pattern geometrico in quel decennio, gli autori e gli stilemi riconducibili al gusto che caratterizzava il periodo. Naturalmente questa operazione ha richiesto un certo grado di semplificazione, dalla quale gli allievi sono stati messi in guardia.
Procedendo quindi con lo spirito “dimostrativo” del Basic design, le nozioni sono state fatte sedimentare prendendo in esame una lunga serie di pattern di autori illustri ed enucleando i motivi di riconducibilità di ciascuno al gusto del decennio in cui fu disegnato; motivi spesso mettibili in relazione con le tecniche produttive che caratterizzavano l’industria del periodo o con fenomeni di moda e costume.

 

  • Anni ‘50. Poltrona disegnata da Gio Ponti per l’Hotel Parco dei Principi a Capri, qui in una versione rivestita con un tessuto disegnato da Ray Eames.
  • Anni ‘60. In questo decenni Bruno Munari fu particolarmente attivo nelle sperimentazioni visive, in particolare quelle con le macchine Xerox.
  • Anni ‘70. Analogia tra il dipinto Folk-lor di Victor Vasarely ed un lavoro fotografico dello stilista Ossie Clarck.
  • Anni ‘80. Il mobile D’antibes di George Sowden per Memphis come esempio delle applicazioni dei pattern disegnati all’interno del gruppo e realizzati da Abet.

 

A ciascuno studente è stato poi assegnato il compito di disegnare un pattern originale nello stile (o in uno degli stili) di uno dei quattro decenni oggetto di studio. L’esercitazione ha previsto, sperimentalmente, la consegna digitale su Behance.net, un portale che raccoglie i portfolio di molti progettisti degli ambiti del prodotto, della grafica e della fotografia, ibridato con un social network per promuovere la circolazione dei lavori, e che si sta imponendo come fondamentale strumento di lavoro per gli operatori del cosiddetto settore creativo, parallelamente al più serioso Linkedin.

Il materiale per la consegna è stato codificato in maniera precisa, aggiungendo alla richiesta quella di due tracce audio (pattern sonori) rigorosamente scelte all’interno del proprio decennio di riferimento, da abbinare a due diverse declinazioni cromatiche del proprio pattern, ciò allo scopo di creare con immagine e suono due atmosfere diverse tramite lo stesso disegno. Inoltre, per i più virtuosi, è stata suggerita la possibilità di manipolare il pattern per renderlo contemporaneo, abbinandogli una ulteriore colonna sonora.
I risultati dell’esercitazione sono visibili seguendo questo link, dove sono raccolti tutti i profili Behance degli studenti del primo anno 2013/2014.
Le possibilità aperte dal network sono indubbiamente molte. Da quella di rendere l’esercitazione cross-mediale con l’aggiunta di audio e animazioni in forma di video o gif animata, a quella di generare una benefica tensione al miglioramento continuo.

A differenza degli elaborati consegnati in maniera tradizionale, come stampa o in forma di file, le consegne su Behance restano continuamente visibili, tanto ai docenti quanto a tutti gli utenti della rete internet e, tramite il meccanismo dei like, offrono un feedback costante agli studenti. Ovviamente la valutazione del docente è assolutamente svincolata da questi ultimi giudizi, ma il loro valore è anche quello di insegnare la differenza tra l’opinione di un giudice esperto ed attento e quella di un’utenza allargatissima, distratta ed anonima quale quella di internet.
Alla volontà, espressa fin da subito da parte degli studenti, di continuare a migliorare la qualità dei materiali presentati, si è scelto di rispondere lasciando “aperte” le valutazioni su tutte le esercitazioni del corso, aggiornandole man mano che pervenivano link a lavori aggiornati. Questo ha rappresentato un carico di lavoro sicuramente maggiore per la docenza, ma si è trattato di un lavoro svolto con molto piacere, essendo generato dal desiderio degli studenti di migliorare la qualità dei propri lavori.

Gianluca Gimini

 

  • Pattern nello stile degli anni ‘50 disegnato dalla studentessa Eleonora Bianco, da lei liberamente fotoinserito come carta da parati (coerentemente con le mode dell’epoca e di oggi)
  • Pattern nello stile degli anni ‘50 disegnato da Davide Andreetto. In una digressione ironica sul tema della Atomic Age lo studente ha integrato alla sua presentazione anche un fotoinserimento su un ordigno bellico.
  • Gli anni ‘60 sono stati interpretati da Francesco Zanardo con il progetto per un pattern grafico in stile Optical, poi declinato come materiale da rivestimento, con i colori delle ceramiche di Gio Ponti per Ceramica d’Agostino.
  • Progetto per un pattern in stile anni ‘60 di Francesca Fontani. La proposta di applicazione in ambito moda è stata trovata particolarmente calzante per il tipo di disegno.
  • Doppia versione cromatica per un disegno ispirato ai canoni degli anni ‘70 dello studente Moreno Lai.
  • Il pattern anni ‘70 di Alberto Magni.
  • La duplice proposta di applicazione su un prodotto contemporaneo del lavoro di Dario Sapienza trova giustificazione nell’attuale revival degli anni ‘80.
  • Varianti cromatiche del progetto dello studente Nicolò Tromben nello stile degli anni ‘80.


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MD Material Design
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ISSN 2239-6063

edited by
Alfonso Acocella
redazione materialdesign@unife.it

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